La vera felicità è possibile solo nell’amore di Dio
di Francesco Pisani
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SE NON AMIAMO DIO E NON CREDIAMO NELLA VITA ETERNA COME POTREMMO, IN FONDO, ESSERE FELICI AL PENSIERO CHE UN GIORNO NOI STESSI SCOMPARIREMO, CHE LE PERSONE CHE AMIAMO NON LE VEDREMO MAI PIÙ E CHE LA MORTE CE LE STRAPPERÀ VIA IN MANIERA INDELEBILE?
Tante persone desiderano la felicità, più di ogni altra cosa, ma il vero problema consiste nel ritenere la felicità secondo un’ottica meramente personale ed egoistica e nel ricercarla nelle cose di questo mondo, senza comprendere che la vera felicità è possibile trovarla nell’amore di Dio.
Se non amiamo Dio non possiamo amare neanche i nostri simili, e come potremmo dal momento che amare gli altri e amare Dio sono un tutt’uno? “Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e poi odia suo fratello, è bugiardo. Infatti se uno non ama il prossimo che si vede, non può amare Dio che non si vede. Ma il comandamento che Dio ci ha dato è questo: chi ama Dio deve amare anche i fratelli” (1 Gv, 4-20).
Se non amiamo Dio e non crediamo nella vita eterna come potremmo, in fondo, essere felici al pensiero che un giorno noi stessi scompariremo, che le persone che amiamo non le vedremo mai più e che la morte ce le strapperà via in maniera indelebile?
Senza la fede in Dio la felicità su questa terra non diviene che un mero consumo di emozioni, un vegetare nel proprio egoismo, o per dirla in altre parole: la felicità, quella vera, risulta impossibile. Tanti però sono i poveri illusi che ritengono possibile la felicità a scapito degli altri. Come si è giunti a ritenere plausibile questo tipo di “felicità”?
Il problema consiste nel ritenere le cose di questo mondo, che per loro natura sono effimere e transitorie, superiori ad ogni cosa. Il problema sta nel non porre più Dio al centro di ogni nostra attività, come mezzo e fine ultimo della nostra esistenza. Per molti è più importante la carriera, il successo economico, la celebrità piuttosto che l’amore nei confronti di Dio e dei nostri simili. Si può amare il denaro più dell’Onnipotente, che è puro amore, infinita sapienza e luce di eternità? E’ evidente che senza la fede in Dio la morte diventa un terribile spauracchio, fonte di ansia e inquietudine. Senza la fede in Dio si diviene prigionieri di questo mondo, delle sue vacue forme, delle sue innumerevoli illusioni, e si diventa, di conseguenza, ricattabili, egoisti, in perenne guerra con tutto e tutti.
Chi ama Dio acquisisce una protezione spirituale contro gli assalti di questa epoca dannata, che tenta in ogni modo di scalfire la nostra fede, la nostra serenità, la nostra pace. Chi ama Dio può agire nella vita quotidiana con la giusta leggerezza, la stessa che permise a un santo come Domenico Savio, mentre era intento a giocare con i suoi amici, alla domanda su che cosa avrebbe fatto se la morte fosse venuta a prenderlo nel giro di poche ore, di rispondere con assoluta serenità e fermezza: “Continuerei semplicemente a giocare”.