Chiese chiuse, e inaccessibili, a fedeli, pellegrini e turisti
di Bruno Volpe
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PERCHÈ AMMINISTRAZIONI COMUNALI E DIOCESI NON METTONO A DISPOSIZIONE FONDI E PERSONALE DI SORVEGLIANZA?
Siamo stati di recente nella bellissima ed affascinante Catania e in particolare abbiamo visitato via Dei Crociferi, patrimonio Unesco e strada famosa pe le sue bellissime Chiese. E che cosa abbiamo scoperto? Che spesso queste Chiese, vere opere di arte e in primo luogo luogo di culto (è la loro principale funzione, non dimentichiamolo) sono chiuse e inaccessibili a fedeli e turisti i quali manifestano un certo e giustificato sconcerto.
Perché non rendere questi patrimoni spirituali e culturali maggiormente fruibili? Il vantaggio sarebbe doppio: consentire maggior vicinanza alle cose di Dio (e non è male) e permettere a chi viene da lontano di ammirare bellezze architettoniche ed artistiche senza pari.
Naturalmente non è nostro intento addossare la responsabilità alla diocesi amministrata dal vescovo Monsignor Luigi Renna, che anzi sta facendo possibile ed impossibile per alleviare questi disagi. La situazione catanese, infatti, non è la sola e in vari centri storici accade che per mancanza di fondi e personale (soprattutto vigilanza) alcuni edifici di culto spesso restino chiusi al pubblico (la medesima situazione succede a Bari dove i turisti delle crociere in estate lamentano appunto la impossibilità di visitare i gioielli del culto nella città vecchia).
E allora che fare? Non è il caso che l’amministrazione di Catania (vale sicuramente per altri luogo) metta a disposizione della diocesi e delle chiese e della diocesi fondi, personale di sorveglianza a proprie spese? Ne guadagnerebbero tutti, sia il lato spirituale, sia il turismo.
“Gli edifici religiosi di Catania, specie quelli di via Dei Crociferi accompagnano fedeli e soprattutto turisti nelle loro passeggiate a dimostrazione di una ricca e storia artistica, già marcata da un importate fervore religioso”, dice Andrea Saraniti, Vice Segretari Politico della Locale Democrazia Cristiana della Regione Sicilia.
“Oggi è quasi impossibile per i turisti visitare gli edifici di culto maggiormente preziosi in via Dei Crociferi, spesso chiusi ed inaccessibili. Ovviamente non è responsabilità della dicoesi etnea che si impegna al massimo, ma della cronica mancanza di fondi e personale. Auspico che l’ amministrazione comunale, nei limiti del possibile, aiuti la diocesi a trovare e reperire fondi e soprattutto personale al fine di mantenere aperte queste chiese. E’ un modo di venire incontro ai tanti turisti e agli stessi fedeli in un momento di evidente secolarizzazione e rifiuto del sacro”, conclude il dottor Andrea Saraniti.