La preghiera che Gesù fa al Padre per noi
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Gv 17, 1-11
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Quello che oggi riceviamo dal Vangelo è un testo non tanto da discutere, quanto da meditare. Gesù ci dice che prega per noi, per quelli che il Padre ha scelto, perché la perfetta comunione tra il Padre e il Figlio venga consegnata tra le nostre mani e deposta nel nostro cuore. Ma quale gioia nel sapere che noi, io e te, oggi, abbiamo la possibilità di glorificare Dio, di manifestare tutta la bellezza e lo splendore di questa comunione che esiste in Dio Trinità!
Ecco le parole della preghiera che Gesù fa al Padre per noi: “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.” Gesù ci dice che siamo nel suo cuore, che ci vuole bene e che prega per noi. Quando ci sentiamo soli e cadiamo nello scoraggiamento, assumiamo atteggiamenti di difesa e ci presentiamo o remissivi o aggressivi verso gli altri. Ma quando sappiamo che possiamo contare su qualcuno, quando sappiamo che c’è anche una sola persona che ci porta nel cuore e che ci vuole veramente bene, allora siamo diversi!
Usciamo fuori dai nostri meccanismi, che ci bloccano, e prendiamo il coraggio di dare e ricevere fiducia, benevolenza, tenerezza. Questo ci fa dimorare nella gioia di sentirci amati e in questa gioia possiamo prodigarci ancora oggi per glorificare Dio, in ogni cosa. Buona giornata!