L’importanza della festa dell’Ascensione di Gesù al cielo e perché è necessario celebrarla bene
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mt 28, 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Il Vangelo di questa domenica è quello che la liturgia ci propone in questa festa dell’Ascensione di Gesù al cielo. Proviamo a evidenziare solo alcuni elementi del testo che possono aiutarci a cogliere l’importanza di questa festa e a celebrarla bene. Innanzi tutto ci viene presentato oggi un evento che ha segnato la memoria dei discepoli, degli apostoli e delle donne che hanno seguito Gesù e che lo hanno visto risorto e vivo in mezzo a loro, che sono stati i testimoni della Risurrezione. Questo evento ha segnato la loro memoria perché è stato quello decisivo, il punto di traguardo al quale voleva portarli, al quale li ha accompagnati in tutto il tempo che è apparso da Risorto, per consolidare in loro la coscienza della loro missione per l’umanità futura.
Nel testo è scritto però che queste persone dubitavano, allora potremmo chiederci: “che senso ha il fatto che Gesù sia apparso per un tempo, abbia confermato la fede di quelle persone se poi questi, al punto di arrivo ancora hanno dei dubbi?” Non è una domanda sciocca, perché quì il Vangelo ci fa notare che il dubbio, delle volte, è talmente radicato in noi esseri umani, che non è facile accogliere la verità della Risurrezione, perché i nostri criteri non sono quelli di Dio tanto che, se pensiamo che il dubbio possa essere un limite per Dio, un impedimento perché Lui si mostri a noi, ci sbagliamo!
La buona notizia di questo meraviglioso giorno di festa, la nostra gioia per l’Ascensione di Gesù in cielo è proprio questa: il Risorto affida in pienezza la sua eredità, che è la vita eterna, a tutti coloro che lo amano e desiderano seguirlo, anche se in loro permanesse qualche dubbio o qualche incertezza. Ricordiamoci sempre che quando noi siamo incerti nell’affidarci a Lui, è Lui che si affida a noi! Egli dice anche a noi oggi, come quel giorno ai suoi discepoli: “Andate e fate discepoli”, e poi “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Il Risorto ci invia, ci dà fiducia e ci affida la sua presenza, perché dove andiamo noi, Lui è con noi e opera con noi! Non ci manda a convincere le persone, non ci manda a fare pubblicità a Lui, ma a battezzare, cioè a immergere, questo significa il verbo baptizein in greco. Immergere tutti i popoli nella vita di profonda relazione d’amore e di gioia che è in Dio Trinità. Gesù che ascende al cielo, allora, ci lascia questa capacità di attirare ogni essere umano alla vita di comunione, alla contemplazione della Bellezza eterna, alla fraternità tra gli esseri umani. In questo compito, in questo mandato all’immersione in Dio di ogni persona che entra in contatto con noi, ma anche di ogni realtà che costruisce la nostra vita, Gesù è sempre con noi perché in Lui tutto di noi, tutto ciò che viene immerso in noi, secondo la relazione d’amore di Dio, possa avere il sapore del cielo.
Allora oggi, in questo giorno di grazia, ricevendo il corpo di Cristo nell’Eucaristia domenicale, compiamo questo mandato: immergiamo ogni vita, ogni realtà, ogni ricordo, ogni persona che ha fatto la nostra storia e anche ogni progetto e ogni sogno, ogni desiderio di pace che custodiamo nel cuore, immergiamo tutto, nell’amore eterno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Buona domenica a tutti!