Gesù di fronte alla tristezza dei discepoli

Gesù di fronte alla tristezza dei discepoli

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Gv 16, 5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Oggi ascoltiamo l’insegnamento di Gesù di fronte alla tristezza dei discepoli, che vengono preparati al distacco da Gesù. Si tratta di un discorso che ci riguarda un po’ tutti, perché tutti noi, in qualsiasi stagione della vita ci troviamo a vivere, siamo messi di fronte al distacco dalle persone che amiamo. Questa realtà del distacco dagli affetti, se ci pensiamo bene, è una realtà che ci accompagna nella vita fin dal momento della nostra nascita, quando siamo stati separati dalla madre. Questa realtà della separazione affettiva con gli altri è dolorosa, ma oggi il Vangelo ci annuncia che perfino il dolore del distacco ha un senso. Anzi, se lo viviamo in un orizzonte di fede, può essere perfino un dono che riceviamo per poter continuare la nostra vita in modo unico, perché ogni persona che amiamo nella vita e che ci è cara ci lascia qualcosa di sé, ci consegna un dono, un insegnamento che ci portiamo dietro e che ci edifica interiormente. Se quindi invece di subire la mancanza di una persona cara, illudendo noi stessi, cerchiamo di accoglierla nella realtà di ciò che è la vita, la fede ci farà avvertire nel profondo il dono specifico che quella persona ci ha lasciato dentro, un dono che resterà in noi come un sigillo indelebile. Questo modo di vivere l’assenza, allora, ci rimanda sempre alla presenza, e ci rende capaci di vivere in pienezza il nostro presente. Tutto questo ci fa percepire il fatto che ogni vita è preziosa, e che ciascuno di noi è come un tesoro prezioso che un giorno dovrà essere consegnato a chi ci vive accanto. Per questo è importante allenarsi ogni giorno a lasciare, non perché non possiamo fare altrimenti, ma perché sappiamo che solo se lasciamo qualcosa di bello che ci siamo guadagnati, ci rendiamo conto che non stiamo perdendo, ma stiamo semplicemente vivendo, perché si vive donando quello che è stato ricevuto. E’ così: se non lasciamo non possiamo donare! Ecco perché Gesù oggi dice «se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore…». Finché abbiamo qualcosa di bello e lo stringiamo in mano, non stiamo donando nulla, ma se lasciamo la presa, se lasciamo libera la mano e la apriamo, allora la persona che mi è affianco può ricevere quello che ho come un dono. Se Gesù non avesse accettato di lasciare questo mondo, noi non avremmo mai ricevuto il Suo Spirito, il «Paraclito» che ci difende, che ci sta accanto e che ci ricorda come Gesù ci ha amato, dando tutto se stesso per noi. Allora oggi, all’inizio di questo giorno, invochiamo su di noi lo Spirito Santo Paraclito con le parole di un canto allo Spirito Santo che ho imparato qualche anno fa in Terra Santa da una comunità cristiana africana francofona, riunita in preghiera, sulle rive del lago di Galilea. Preghiamo nella traduzione in italiano: Voglio lodarti O Paraclito, Spirito Santo vieni e riempi la mia vita! Ho lasciato tutto per servirti, Spirito Santo vieni e riempi la mia vita! Voglio adorarti Paraclito, Spirito Santo vieni e riempi la mia vita! Ho lasciato tutto per servirti, Spirito Santo vieni e riempi la mia vita! Grazie Signore per tutto quello che hai fatto per me, che sia santificato il tuo nome di generazione in generazione e che il tuo Regno venga. Noi ti lodiamo, o Paraclito, o Promessa di Gesù, noi ti accogliamo.  Buona giornata!

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