L’esercizio supremo della verità che ci libera

L’esercizio supremo della verità che ci libera

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA


Gv 13, 16-20

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Il Vangelo di oggi ci porta dentro il cenacolo, nell’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli e ci fa meditare un momento di grande intimità tra Gesù e i suoi apostoli.

Si tratta di un discorso in cui Gesù rivela se stesso come “Io sono”, un’espressione che ricorda la rivelazione del nome che Dio fa a Mosè sul monte Sinai, per dire che la fede in Dio, il Dio Creatore ed eterno, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe passa attraverso di Lui, e perciò attraverso l’umanità di Gesù. Ma interessante è l’ultima parte di questo messaggio del Vangelo che oggi la liturgia ci consegna: In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato, dice Gesù.

L’umanità di Gesù è il dono che siamo chiamati ad accogliere, un dono che ci è stato mandato e che, una volta accolto, manda anche noi. Non per essere onorati, ma per servire, perché queste parole sono una sorta di spiegazione del gesto della lavanda dei piedi. Colui o colei che sa vivere nel dono di sé, per essere servo di tutti, vive nell’atteggiamento di accoglienza e di invio che è certamente l’azione dello Spirito Santo, ma è anche la radice della felicità di ogni persona, l’esercizio supremo della verità che ci libera.

Allora sentiamoci inviati in questa giornata, lasciamoci accogliere con semplicità e accogliamo i nostri fratelli e le nostre sorelle nella fiducia. Ricordiamo le parole di Gesù e custodiamole nel cuore: “In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Buona giornata!

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