L’instabilità della società dei consumi
di Francesco Pisani
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NELLA SOCIETÀ ODIERNA, SEMPRE PIÙ CARATTERIZZATA DALLA FRENESIA E DAL CONSUMO, È MOLTO SEMPLICE CADERE VITTIME DELL’INSTABILITÀ, NON SOLTANTO ECONOMICA, MA SOPRATTUTTO AFFETTIVA E COMPORTAMENTALE
«I “legami umani”» scrive Zygmunt Bauman «sono stati sostituiti dalle “connessioni”. Mentre i legami richiedono impegno, “connettere” e “disconnettere” è un gioco da bambini».
Nella società odierna, sempre più caratterizzata dalla frenesia e dal consumo, è molto semplice cadere vittime dell’instabilità, non soltanto economica, ma soprattutto affettiva e comportamentale. Essere instabili, eccessivamente emotivi, irrazionali, impulsivi, vuol dire mancare di solidità interiore, di principi guida, di forza di volontà.
Se ci guardiamo intorno quante sono oggi le persone deboli, fragili interiormente, in balia di paure, ansie, turbamenti, sempre pronte a cedere ai vizi, a comportamenti negativi, a consumare i rapporti con gli altri! Questo stato di malessere in cui si prende dagli altri solo ciò che ci è utile, dove ci si attacca alle persone salvo poi respingerle quando non ci servono più, dimostra come il modo di impostare la vita e le relazioni da parte di molte persone sia essenzialmente fragile, instabile e opportunista.
La persona instabile è tale perché non conosce principi, valori e ideali, e di conseguenza tende a farsi trascinare dalla corrente di turno. La sua esistenza si può paragonare a quella di una piovra attaccata allo scoglio in attesa di rientrare in acqua.
Le nostre società sono instabili perché basano le loro principali attività sul commercio e l’economia, che per natura sono settori dell’agire umano in cui prevale l’imprevedibilità, l’opportunismo, la prostituzione, la costante incertezza. E cosa caratterizza di più l’uomo comune di oggi se non l’insicurezza, l’irrazionalità, l’ansia, la mania di competere e, appunto, l’instabilità?
Una società tendenzialmente instabile non può che produrre individui deboli, facilmente influenzabili, incapaci di distinguere il bene dal male, e la vita quotidiana ce ne fornisce una chiara prova. Basare, al contrario, la propria vita su principi buoni, sane amicizie e valori veri (ossia durevoli nel tempo e non mercificabili) equivale a mantenersi stabili, forti e coerenti in una società sempre più liquida, per citare Zygmunt Bauman, povera e infelice.