“Proprietà e libertà: contro lo sharing globalista”
a cura di Daniela Baldoria
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SABATO 04 FEBBRAIO 2023, PRESSO L’ABBAZIA DI VILLANOVA A SAN BONIFACIO (VERONA), SI TERRÀ UNA DELLE PRESENTAZIONI DEL “QUATTORDICESIMO RAPPORTO SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA NEL MONDO”, TESTO A CURA DEGLI STUDIOSI DELL’OSSERVATORIO CARDINALE VAN THUÂN
Il diritto alla proprietà privata è sempre stato considerato di ordine naturale dalla Dottrina sociale della Chiesa, quindi originario, vero, stabile, immodificabile. Oggi, però, esso viene messo in discussione dal nuovo globalismo del Grande Reset.
Il World Economic Forum di Davos, che ha recentemente concluso i suoi lavori per il 2023, sogna una società globale priva di possessori di beni e fondata su uno sharing universalizzato: nessuno possiede nulla e tutti affittano servizi. Il ritorno del comunismo, soprattutto in America Latina, rimette in discussione la proprietà privata con nuove forme di statalismo e di socializzazione forzata.
I centri di potere che spingono per la transizione ecologica a livello planetario pretendono che i beni in proprietà vengano usati secondo certi standard ambientali da loro stabiliti, pena il venir meno di quello stesso diritto. Il ritorno (voluto) dell’inflazione, la tassazione esorbitante, le ricorrenti proposte di una imposta “patrimoniale”, la dipendenza dall’assistenzialismo statale tramite il “reddito di cittadinanza” minano la proprietà privata e con essa la libertà.
Il principale elemento che caratterizza questo inedito attacco alla proprietà privata è la convergenza mostruosa tra pensiero liberale e comunismo. Nelle società occidentali sono ormai in atto forme di controllo e di dipendenza del cittadino dal potere molto simili, se non uguali, al Modello cinese. In questo social-capitalismo del controllo sociale la prima vittima da colpire è il diritto naturale alla proprietà privata.
Il “Quattordicesimo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo”, a cura di Riccardo Cascioli (nella foto sopra), Giampaolo Crepaldi, Stefano Fontana (Cantagalli, Siena 2022, 252 pagine, Euro 16), che contiene saggi di ben 17 studiosi, descrive e approfondisce questo processo che va denunciato e fermato.
Il Rapporto dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, dedicato quest’anno a “Proprietà e libertà. Contro lo sharing globalista”, fa emergere tutti i pericoli della sostituzione della proprietà con l’accesso, del possesso con la condivisione e il leasing. Nessuno sarà più proprietario di nulla?, tutti affitteremo e condivideremo i beni?, saremo più liberi e felici?
Gli autori del 14mo Rapporto del Van Thuân non la pensano così e per questo hanno convocato 17 studiosi ad affrontare a viso aperto la sfida per la difesa della proprietà privata come diritto naturale.
Il volume, che come detto è curato da Riccardo Cascioli, Giampaolo Crepaldi (nella foto sopra) e Stefano Fontana, è diviso in due parti: una serie di studi per approfondire il tema e poi delle cronache dai cinque continenti, perché c’è bisogno anche di uno sguardo ad ampio raggio. L’attentato alla proprietà privata e quindi alla vera libertà avviene in Italia ma anche in Sud Africa, negli Stati Uniti, in Cile o in Perù, e non ne è esente l’Unione europea.
Tra gli autori dei saggi di approfondimento spicca il magistrale intervento del cardinale Gerhard Müller, che apre da par suo le danze degli altri autori che esaminano le logiche economiche che stanno alla base del Grande Reset (Battisti), spiegano le nuove caratteristiche postmoderne delle minacce alla proprietà (Horvat), espongono i principi della proprietà e del lavoro nella Dottrina sociale della Chiesa (Ferraresi), si chiedono se la Chiesa possa barattare i propri insegnamenti sulla proprietà con i benefici pastorali dei regimi comunisti, un tema di grande attualità negli attuali rapporti con la Cina (Ureta), illustrano il pericolo che si prenda a prestito artificiali crisi ambientali per condizionare, limitare e perfino annullare la proprietà delle cose e la responsabilità personale sul loro uso (Cascioli), analizzano a fondo il significato indisponibile del diritto di proprietà (Cristin), espongono la sua articolazione giuridica corretta (Onori, Salvi e Veneruso) e infine svolgono una critica teologica al “pauperismo” cristiano che sostiene l’appoggio di ampie fette della Chiesa alle proposte di “decrescita felice”, di “ritorno alla natura” e di condivisione dei beni controllata però da un centro onnipotente.
Le cronache dai cinque continenti spiegano in quali termini il World Economic Forum di Davos ha proposto nei suoi Obiettivi per il 2030 la costituzione di una società non più di possidenti ma di noleggiatori e perché economisti e intellettuali dicano che in quella situazione saremo più felici (Magni), illustrano come un rilevante attacco alla proprietà derivi oggi dalla finanza (Milano), secondo quali criteri la Commissione europea sta implementando principi decisamente comunisti con interventi clamorosi di limitazione dell’uso dei beni da parte dei cittadini dell’Unione (Volonté), descrivono l’evoluzione negli Stati Uniti della Sharing Economy nel progetto del Great Reset (Trevisan), fanno il ritratto della penosa situazione dell’Argentina (Passaniti), del Perù (Loredo), del Cile (Montes Varas), nazioni nelle quali si è consolidato un nuovo comunismo, ed infine si mostra l’evoluzione di un singolare progetto politico in Sudafrica: confiscare le terre senza indennizzo (Tuffin).
“Il lettore di questo 14mo Rapporto”, scrive Stefano Fontana (nella foto sopra), “avrà la possibilità di accedere ad un quadro internazionale completo, di avere notizie di prima mano dato che gli Autori conoscono direttamente le problematiche degli Stati di cui riferiscono perché ci vivono e operano, di conoscere il livello di implementazione di un grande progetto teso a sradicare la persona dalle proprie radici e farne un anonimo soggetto completamente globalizzato. La proprietà, infatti, lega la persona alla famiglia, al lavoro, ad un contesto territoriale e sociale, ad una storia e a una tradizione di senso, e quindi si oppone alla artificializzazione della vita da parte di attori globali con l’intento di controllare un mondo appiattito. Il Rapporto mette bene in luce lo stretto rapporto che esiste tra l’obiettivo della sostituzione della proprietà con la condivisione da una parte e il controllo politico ed economico sui cittadini. Eliminata la libertà privata, costoro saranno costretti ad attenersi nei loro comportamenti alle volontà del Leviatano, il quale saprà tutto di loro e controllerà tutti i loro movimenti. Non potremo possedere una abitazione o un’auto se non sarà secondo le norme volute dal potere, non potremo adoperare il contante e dovremo stare dentro una sempre più pervasiva tracciabilità, la tassazione già ora preleva oltre il 60 per cento dei frutti del nostro lavoro e l’assistenzialismo sociale sul tipo del reddito universale o di cittadinanza corrode e inibisce la proprietà privata, la concentrazione produttiva riduce lo spazio dell’impresa familiare, eventuali emergenze sanitarie o ambientali, anche e soprattutto se artificiali, potranno essere usate per interventi diretti del potere nel nostro spazio di proprietà, ove coltiviamo non solo il rapporto con i beni ma anche quello delle relazioni umane”.
Domani, sabato 04 febbraio 2023, presso l’Abbazia di Villanova a San Bonifacio (Verona), si terrà una delle presentazioni del “Quattordicesimo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo – Proprietà e libertà. Contro lo sharing globalista”. A partire dalle ore 15, fino alle ore 18, interverrà il professor Stefano Fontana, che risponderà anche alle domande dei presenti (Info per partecipare: 3409320901).
Nato a Verona nel 1952, Stefano Fontana si è laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lode presso l’Università di Padova (1976). Nel 1980, sempre presso l’Università di Padova, ha conseguito il “Diploma della Scuola di Perfezionamento in Filosofia” con il massimo dei voti e lode. La tesi, intitolata “La Teologia politica”, è stata poi pubblicata a cura dell’Istituto stesso.
Già docente di Filosofia e Storia nei licei e di Deontologia giornalistica e Storia del giornalismo all’Istituto di Scienze Sociali “Nicolò Rezzara” di Vicenza, dal 2007 insegna Antropologia filosofica della comunicazione e Filosofia del linguaggio nel corso di laurea in Scienze e Tecniche della comunicazione grafica e multimediale presso la sede di Verona dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE).
Il professor Fontana ha pubblicato numerosi studi di filosofia della politica, con speciale riguardo alle tematiche del rapporto tra religione e politica. E’ studioso di Dottrina sociale della Chiesa. Nel 1991 ha fondato la rivista trimestrale “La Società”, che ha diretto fino al 2002. Nel 1995 ha organizzato l’edizione polacca della medesima rivista. Dal maggio 2004 è Direttore dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa e direttore responsabile del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa”. Giornalista pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti del Veneto, ha collaborato con varie testate giornalistiche.
Nel 2007 il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal giugno 2010 l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi lo ha nominato direttore anche del settimanale della Diocesi di Trieste “Vita Nuova”.