Un grandissimo vescovo, taumaturgo e martire

Un grandissimo vescovo, taumaturgo e martire

di Mariella Lentini*

ECCO CHI E’ SAN BIAGIO

Nato a Sebaste (Turchia) intorno al IV secolo, Biagio è un bravo medico di fede cristiana. Per la sua bontà nei confronti del popolo e dei malati viene eletto vescovo della sua città. In quegli anni a Sebaste i cristiani sono perseguitati. Il governatore impone al vescovo Biagio di abbandonare la fede cristiana. Per sfuggire ai soldati, Biagio si ritira in una grotta dove, conducendo una vita da eremita, continua ad assistere i bisognosi che a lui si rivolgono. Con il segno della croce guarisce gli animali malati o feriti che, riconoscenti, gli procurano il cibo. A un lupo ordina di restituire un maiale sottratto a una povera vedova che, piangente, lo implora di aiutarla. Catturato, portato in carcere e condotto davanti al governatore, Biagio professa la sua fede cristiana. Al governatore che, facendo ricorso alle frustate gli ordina di adorare gli idoli pagani, Biagio risponde: «Insensato, credi davvero con i tuoi tormenti di allontanare da me l’amore per il Signore? Lui è in me e mi conforta». Non riuscendo nel suo intento, il governatore ordina che Biagio sia ancora torturato.

Viene gettato anche in uno stagno con un masso legato al collo, ma l’acqua si trasforma in deserto. Infine arriva la condanna a morte. Nel percorso verso il patibolo il vescovo compie ancora un miracolo. Vede una donna che disperata chiede aiuto per suo figlio che, a causa di una spina di pesce conficcata in gola, sta morendo. Biagio si raccoglie in preghiera e chiede a Dio di esaudire le implorazioni di chi invoca il suo nome per ottenere guarigioni e, con l’imposizione delle mani, salva il giovinetto. Il santo viene ucciso, secondo varie fonti, nel 316 circa.

Nel 732 le spoglie del santo sarebbero state trafugate dai cristiani e, durante una burrasca, trasportate a Maratea (Potenza), unica città lucana bagnata dal Mar Tirreno. Il popolo accoglie con fervore le reliquie del santo, fa edificare in suo onore una grande basilica e lo nomina patrono della città. San Biagio è patrono di animali, fabbricanti di berretti, materassai, musicisti di strumenti a fiato e laringoiatri. Viene invocato contro gli uragani, la tosse, le malattie o le ferite della gola, la pertosse, il torcicollo, la balbuzie, l’angina pectoris, le malattie contagiose, il singhiozzo e problemi alla vescica, ma anche per un buon raccolto nelle campagne e per trovare marito.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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