L’ultima follia: ai medici si insegna che ci sono neonati Lgbt
di Pietro Licciardi
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SCOPERCHIATO IL VASO DI PANDORA NON C’E’ PIÙ LIMITE ALLA PERVERSIONE. IL CORSO DELLA HARVARD MEDICAL SCHOOL
Il mondo senza Dio è popolato da folli e per convincersi di quanto ciò sia vero basta guardare cosa avviene nella Harvard Medical School, facoltà di medicina della “mitica” Harvard University con sede a Boston, nel Massachusetts. Ebbene – come informa Giuliano Guzzo sul sito Pro Vita & Famiglia – in questa università, considerata uno dei templi del sapere nonché uno dei luoghi di formazione per futuri dottori più prestigiosi del pianeta, gli studenti possono frequentare un corso facoltativo per la «cura di pazienti con diversi orientamenti sessuali, identità di genere e sviluppo sessuale».
Il corso prevede collaborazioni col Boston children’s Hospital, il Massachusetts general hospital e la Cambridge health alliance per preparare i futuri medici a seguire «pazienti» che «si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuale o asessuale». Fin qui tutto “normale” per un mondo alla rovescia come quello attuale, in cui ormai dalle scuole di ogni ordine e grado, agli uffici pubblici, alle aziende private, insomma ovunque, si propinano corsi in salsa gender per fare il lavaggio del cervello e convincere tutti che il genere sessuale di appartenenza non è un dato di natura ma una scelta
Quello che ancora “normale” non è per nulla è che se si legge il sito della Harvard Medical School si scopre come il corso è orientato a come meglio servire «persone di genere e appartenenti a minoranze sessuali nel corso della vita, dai neonati agli adulti più anziani». Avete letto bene: secondo la celebre facoltà di medicina americana, si può nascere Lgbt, ovvero «appartenenti a minoranze sessuali».
Insomma, la perversa ideologia gender dopo aver messo le mani sui bambini fin dall’asilo adesso cerca di corrompere perfino i neonati e qui non è affatto difficile vedere chi è il vero regista di questa autentica rivolta contro l’ordine naturale: colui che secondo ormai tanti preti non esiste o è frutto della superstizione di vecchie beghine tradizionaliste.
Pro Vita & Famiglia informa che tuttavia c’è chi sta cercando di buttare acqua sul fuoco facendo notare che i neonati oggetto del corso sarebbero quelli classificabili come intersessuali, ovvero bambini che nascono con organi sessuali non ben definiti o con malformazioni dell’anatomia riproduttiva che non li fanno rientrare né nella categoria maschile, né in quella femminile; ad esempio bambine nate con un clitoride molto grande, senza apertura vaginale oppure bambini con un pene molto piccolo e con organi riproduttivi femminili.
Senonché, soprattutto adesso che abbiamo familiarizzato con quel meccanismo psicologico denominato finestra di Overton, tali assicurazioni non ci convincono, specialmente sapendo che il corso in questione non è tenuto da due medici qualsiasi, bensì da Alex Keuroghlian e Alberto Puig: il primo è psichiatra sostenitore dell’ideologia Lgbt ed entrambi lavorano presso il Massachusetts General Hospital di Boston, ovvero una struttura che offre interventi chirurgici transgender.
Considerato l’ambiente in cui è germogliata l’idea di occuparsi dei neonati appartenenti a «minoranze sessuali» facile immaginare dove si vuole andare a parare.