Il card. Pell prima di morire: “il Sinodo è un incubo tossico, nonostante le apparenti buone intenzioni dei vescovi”
di Emanuela Maccarrone
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IL CARDINALE PELL, NEL SUO ULTIMO ARTICOLO, SI È UNITO AD ALTRI PRELATI CRITICI SUL CAMMINO SINODALE
In questi mesi Informazione Cattolica ha raccontato gli sviluppi del Cammino sinodale attraverso i moniti di alcuni noti prelati, ossia i vescovi Athanasius Schneider e Marian Eleganti, il cardinale Gerard Müller, che hanno denunciato le insolite richieste emerse durante la fase narrativa del Cammino Sinodale, inerente all’ascolto delle comunità e dei territori.
A questi porporati si è unito anche il richiamo del cardinale australiano George Pell che in una lettera inviata al giornale inglese ‘The Spectator’, qualche giorno prima del suo decesso, ha manifestato il suo malcontento.
“Il Sinodo dei Vescovi Cattolici è ora impegnato nella costruzione di quello che considerano il ‘sogno di Dio’ della sinodalità. Purtroppo questo sogno divino si è trasformato in un incubo tossico nonostante le buone intenzioni professate dai vescovi”.
Il cardinale ha definito lil libretto di 45 pagine, creato per l’attuale fase del Sinodo, incoerente, “formulato in gergo neo-marxista” e “ostile alla tradizione apostolica” , poiché ignora i principi cristiani fondamentali come la morte e il giudizio, il paradiso e l’inferno.
A parere del porporato, recentemente scomparso, l’obiettivo dei partecipanti e dei promotori non è quello di accogliere i nuovi battezzati, pentiti e convertiti, né tanto meno di predicare il Salvatore. Al contrario, il cammino si sta sviluppando nel senso di un’ambigua inclusività, ossia di un’apertura verso “chiunque possa essere abbastanza interessato da ascoltare. I partecipanti sono invitati ad essere accoglienti e radicalmente inclusivi: ‘nessuno è escluso’”.
I temi che sono emersi in questa fase di ascolto (l’omosessualità, l’ordinazione sacerdotale delle donne, la contraccezione, l’aborto, la poligamia, il divorzio e il nuovo matrimonio) non hanno trovato posizioni decise ma, come ha evidenziato il cardinale, “sono oggetto di ulteriori dibattiti”.
Per questo il Sinodo, secondo Pell, si sta sviluppando in uno stile ‘new age’ che “non riconosce da nessuna parte il Nuovo Testamento come Parola di Dio, normativa per ogni insegnamento sulla fede e la morale. L’Antico Testamento viene ignorato, il patriarcato rifiutato e la Legge mosaica, compresi i Dieci Comandamenti, non viene riconosciuta”.
Il cardinale Pell ha ricordato ai vescovi che, in quanto successori degli Apostoli, sono il punto di riferimento di ogni diocesi a garanzia dell’unità universale attorno al Papa, quale successore di Pietro.
“Fin dai tempi di sant’Ireneo di Lione, il vescovo è anche il garante della continua fedeltà all’insegnamento di Cristo, alla tradizione apostolica. Sono governatori e talvolta giudici, ma anche insegnanti e celebranti sacramentali”.
A parere del già porporato australiano, l’attuale Sinodo ha trascurato il Trascendente, oscurando “la centralità di Cristo (…). Questo documento di lavoro necessita di cambiamenti radicali. I vescovi devono rendersi conto che c’è del lavoro da fare, in nome di Dio, prima piuttosto che dopo”.