Vescovi scozzesi e Cardinale Eijk in difesa del sesso biologico
di Emanuela Maccarrone
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I VESCOVI SCOZZESI: “IL SESSO E IL GENERE SONO DATI E IMMUTABILI”
Nei giorni scorsi i vescovi scozzesi hanno manifestato la loro forte preoccupazione per il disegno legge sulla riforma del riconoscimento di genere, promossa dal Governo di Scozia. I vescovi hanno ribadito che la Chiesa “è pastoralmente sensibile all’esperienza di coloro che desiderano avere un corpo e un’identità diversi dal loro sesso biologico. Devono essere accolti con compassione e una cura e un sostegno particolari nelle sfide e nell’angoscia che derivano da una diagnosi di disforia di genere”.
Il testo di legge scozzese introduce un nuovo processo per ottenere un certificato di riconoscimento di genere (GRC), attualmente predisposto dal ‘Gender Recognition Act 2004’. Il GRC “è un certificato che riconosce legalmente che il genere di una persona non è quello che le è stato assegnato alla nascita, ma è il suo ‘genere acquisito’”. Secondo quanto è stato specificato nella dichiarazione dei vescovi scozzesi, questo disegno di legge rimuoverebbe un requisito fondamentale, ossia la consultazione medica per la diagnosi di disforia di genere, consentendo il cambio di sesso esclusivamente attraverso un sistema di auto-identificazione.
I prelati, quindi, si sono dichiarati seriamente timorosi per i soggetti più fragili quali i giovani e i bambini che “devono essere protetti dal fare dichiarazioni legali permanenti sul loro genere che possono portare a interventi elettivi irreversibili, compresa la chirurgia”.
Il tempestivo intervento dei prelati ha fatto seguito all’intervento dello Scottish Council on Human Bioethics che ha descritto il disegno di legge come “pericoloso e suscettibile di danneggiare i giovani”.
I vescovi hanno fatto notare che anche le organizzazioni femminili hanno sollevato questioni di sicurezza per le donne, poiché la riforma proposta dal Parlamento scozzese aumenterà il rischio che uomini, che si dichiarino donne, accedano agli spazi per sole donne, così come non sarà garantito un personale femminile sanitario per donne e ragazze. “Dovrebbe essere sostenuta la libertà di sostenere la ragionevole opinione che il sesso e il genere sono dati e immutabili e in disaccordo con l’idea del genere come fluido e separabile dal sesso biologico”, hanno specificato i vescovi.
Recentemente anche il Cardinale e Arcivescovo di Utrecht, Willem Jacobus Eijk, è intervenuto con una lettera, resa nota dal giornale online ‘La Nuova Bussola Quotidiana’, sollecitando l’importanza di un documento papale autorevole, come un’enciclica, sulla questione gender. Il Cardinale ha criticato le iniziative promosse dalle organizzazioni internazionali, quali l’Onu, impegnate nell’indottrinamento gender soprattutto dei soggetti più vulnerabili quali i bambini e i giovani, considerando la loro età delicata, ribadendo non solo che le cure proposte per il cambio di genere causano gravi effetti collaterali, ma anche ricordando le tante persone in detransizione pentite degli interventi chirurgici ai quali si sono sottoposti.
“La Chiesa cattolica insegna che l’uomo non è solo la sua anima o solo il suo corpo, ma che è un’unità di anima e corpo (Gaudium et spes, n. 14). Il corpo, compresi gli organi riproduttivi e sessuali, non è qualcosa di secondario o accessorio, ma appartiene all’essenza dell’uomo e quindi, come l’uomo, è un fine in sé e non un semplice mezzo che l’uomo può usare per qualsiasi scopo”, ha ricordato il cardinale olandese.