Se lo vogliamo possiamo ritornare ad essere come il Padre ci ha pensati

Se lo vogliamo possiamo ritornare ad essere come il Padre ci ha pensati

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 8 GENNAIO 2023 – Battesimo di Gesù

Dal vangelo secondo san Matteo (3, 13-17)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

COMMENTO

Il battesimo che Gesù ha ricevuto sul fiume Giordano è un battesimo molto diverso di quello che, a suo tempo, ciascuno di noi ha ricevuto. Il battesimo che abbiamo ricevuto noi è uno dei sette sacramenti, il primo dei sette sacramenti, che sono segni efficaci della grazia di Dio: sono segni, quindi ci mostrano qualcosa, ci mostrano la pienezza della vita in Dio su questa terra e nella vita eterna, ma sono segni efficaci, cioè non si limitano a mostrarci una meta, come fa un cartello stradale con l’indicazione di una città, ma ci danno anche i mezzi per raggiungere questa meta. I sacramenti sono stati istituiti da Cristo, in particolare con la sua morte e resurrezione. Quello amministrato da Giovanni non era, non poteva essere un battesimo simile a quello che abbiamo ricevuto noi. Era soltanto un gesto di purificazione fatto da persone che riconoscevano di avere peccato e esprimevano l’intenzione di cambiare vita. Ma, ci chiediamo, cosa c’entra allora Gesù con tutto questo? Gesù non ha mai conosciuto peccato, né quello originale né quelli personali. Perché mai va a chiedere un perdono di cui non ha bisogno?

Una risposta la troviamo nel dialogo tra Gesù e il Battista: Giovanni, ricolmo di Spirito Santo sin dal grembo della madre (ricordiamo l’episodio della Visitazione di Maria Vergine a Sant’Elisabetta) sa benissimo chi è Gesù e che non ha peccati di cui chiedere perdono. E infatti inizialmente si oppone alla richiesta di Gesù. Ma Gesù gli risponde di lasciare fare, per adempiere ogni giustizia. Cosa significano queste parole?

Giustizia, nella Bibbia, è fare ciò che Dio vuole. Il battesimo di Gesù, che segna l’inizio della sua vita pubblica, ci mostra il programma di Dio: Gesù, mettendosi in fila con i peccatori, Lui che di peccati non ne aveva, dimostra la propria solidarietà con ogni uomo peccatore, pur rimanendo Dio e pur rimanendo (come uomo) senza peccati.

Il Battista obbedisce alla richiesta di Gesù. Si piega docilmente al progetto di Dio, che sembra così diverso da quello che lui aveva in mente: il progetto di Dio che, finalmente, viene a fare giustizia, a rimettere le cose a posto. Gesù dunque entra nel Giordano con i peccatori, santifica quelle acque, quasi a prendere su di sé i peccati che gli uomini vi hanno portato. Quando Gesù esce dall’acqua i cieli si aprono. È presente, come in una miniatura, tutto il senso del Vangelo: il mistero più profondo di Dio, la Trinità come amore tra Padre e Figlio, amore che è Persona divina, lo Spirito Santo, che si mostra nella forma corporea di una colomba.

Questo amore viene offerto da Gesù, il Figlio che si è fatto uomo, a tutti gli uomini. Gesù in fila con i peccatori è la presentazione del Dio con noi. Questa scena del Giordano richiama il Calvario: là si immergerà nella morte, come qui nelle acque, là si squarcerà il velo del tempio, come qui il cielo, là darà a tutti lo Spirito Santo che qui ha ricevuto, là si rivolgerà al Padre che qui lo chiama. Gesù che esce dalle acque del fiume Giordano è un’immagine della Risurrezione. In queste due scene è contenuta tutta l’esistenza terrena di Gesù, rivelazione corporea di Dio, e da questi due eventi viene spiegata.

Lo Spirito Santo, il legame d’amore che lega il Padre e il Figlio, che da loro procede, che è la terza Persona della Santissima Trinità,  si materializza in forma di colomba. La colomba che si libra nell’aria rimanda al libro della Genesi, allo spirito di Dio che aleggiava sulle acque e trasse il mondo dal caos. La colomba richiama poi la fine del diluvio, quando le acque si sono ritirate e sul mondo devastato è tornata la vita. Quella di Gesù è una nuova creazione: Egli è venuto per rifare il mondo, per rifare l’uomo, ogni uomo, ciascuno di noi, con quella bellezza con la quale Dio lo aveva pensato, e che il male e il peccato hanno rovinato.

Solo coloro che hanno accettato di chiedere perdono per i propri peccati, e si sono messi in coda da Giovanni il Battista  per ricevere il suo battesimo di purificazione hanno potuto sperimentare tutto questo. Il Signore oggi chiede anche a noi di sperimentarlo, a noi che abbiamo ricevuto un battesimo ben più efficace di quello del Battista. La festa di oggi ci dice che tutto questo è possibile, che possiamo, se solo lo vogliamo, ritornare ad essere come il Padre ci ha pensati, come il Padre ci ha sognati. I nostri peccati ci sono di intralcio in questo cammino, ma se seriamente ci sforziamo di allontanarcene il Signore li prenderà su di sé e li cancellerà per sempre.

Foto Pixabay

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