Benedetto XVI: “il Vaticano II non solo fu significativo ma necessario”

Benedetto XVI: “il Vaticano II non solo fu significativo ma necessario”

di Angelica La Rosa

IN UN NUOVO TESTO SCRITTO PER LA CONFERENZA TEOLOGICA ORGANIZZATA DALL’UNIVERSITÀ FRANCESCANA DELL’OHIO (STATI UNITI) BENEDETTO XVI RIPROPONE LA SUA VISIONE DEL CONCILIO VATICANO II COME PASSAGGIO «NON SOLO SIGNIFICATIVO, MA NECESSARIO» PER LA STORIA DELLA CHIESA

In una nuova lettera Benedetto XVI ha definito il Concilio Vaticano II «non solo significativo, ma necessario» per la storia della Chiesa. Inviato nei giorni scorsi, il documento del Papa emerito è indirizzato a padre Dave Pivonka, presidente della Franciscan University of Steubenville dell’Ohio (Stati Uniti), università nella quale il 20 e 21 ottobre scorso si è tenuta una importante conferenza di due giorni sulla teologia di Benedetto XVI/Joseph Ratzinger.

Con quasi tre pagine e mezzo dattiloscritte, la lettera offre nuovi spunti sul Vaticano II da parte di uno dei pochi teologi rimasti nella Chiesa cattolica che ha partecipato personalmente allo storico concilio, aperto 60 anni fa. Potete leggere la lettera completa QUI (in inglese).

«Quando ho iniziato a studiare teologia nel gennaio del 1946, nessuno pensava a un Concilio ecumenico», ricorda nella lettera il Pontefice emerito.

«Quando papa Giovanni XXIII l’ha annunciato, con sorpresa di tutti, c’erano molti dubbi se avesse senso, anzi, se fosse possibile, organizzare le idee e le domande nell’insieme di una dichiarazione conciliare e dare così la Chiesa una direzione per il suo cammino futuro», osserva nella lettera Benedetto XVI.

«Il Concilio si è rivelato non solo significativo, ma necessario. Per la prima volta la questione di una teologia delle religioni si era manifestata nella sua radicalità», prosegue Joseph Ratzinger.

«La stessa cosa accade con il rapporto tra la fede e il mondo della mera ragione. Entrambi i temi non erano stati anticipati in questo modo prima. Questo spiega perché il Vaticano II ha minacciato in un primo momento di turbare e scuotere la Chiesa piuttosto che darle una nuova chiarezza per la sua missione», scrive Benedetto. «Intanto è emersa la necessità di riformulare la questione della natura e della missione della Chiesa. Così lentamente emerge anche la forza positiva del Concilio».

L’ecclesiologia, lo studio teologico della natura e della struttura della Chiesa, si era evoluta dopo la prima guerra mondiale, scrive Benedetto. “Se prima l’ecclesiologia era stata trattata essenzialmente in termini istituzionali, ora si percepiva con gioia la più ampia dimensione spirituale del concetto di Chiesa“.

Allo stesso tempo, scrive, veniva riconsiderato criticamente il concetto di Chiesa come corpo mistico di Cristo. Fu in questa situazione, dice Benedetto XVI, che scrisse la sua tesi di dottorato sul tema “Il popolo e la casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Agostino“.

Per il Papa emerito “la piena spiritualizzazione del concetto di Chiesa, dal canto suo, manca del realismo della fede e delle sue istituzioni nel mondo“, e aggiunge che “al Concilio Vaticano II la questione della Chiesa nel mondo era finalmente divenne il vero problema centrale“.

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