Auditel e discredito della Chiesa: la regola ferrea delle principali tv

Auditel e discredito della Chiesa: la regola ferrea delle principali tv

di Nicola Sajeva

PRENDERE DUE PICCIONI CON UNA FAVA 

Ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo; dimostrare grande abilità nel conseguire un risultato; chiudere in positivo il bilancio delle energie spese e delle ricadute in termini di prestigio, di credibilità, di affidabilità. Essere in grado di prendere due piccioni con una fava diventa carta di credito per accedere a tutte le centrali dove i furbi riescono ad imporre le proprie regole, dopo aver tinteggiato di ipocrisia ogni segmento dei rapporti interpersonali.

Guardando alla strategia messa in atto da alcuni palinsesti televisivi non è difficile eseguire un’operazione di confronto con quanto detto sopra. L’abilità di prendere due piccioni con una fava viene spesso messa in atto quando mandando in onda un programma, si portano a casa due risultati: raccogliere una percentuale alta di share utile per la ricaduta economica determinata dalla pubblicità, mettere in circolo alcune opinioni per favorire la nascita o il radicamento di alcune tendenze, di certi modi di essere, di comportamenti che vanno a caratterizzare il volto della nostra società. E tutto questo manovrando con estrema scaltrezza, cercando di non superare alcuni limiti di guardia, dando la sensazione di essere asettici, equidistanti, rispettosi, disponibili ad accendere la fiaccola di verità condivisibili.

Ebbene, la maggior parte dei programmi televisivi obbedisce a queste regole, diventa fava per prendere due piccioni: auditel e discredito della Chiesa vista nella sua componente gerarchica. Sganciando la fede dal magistero il risultato più rilevante lo ritroviamo in quel relativismo che rappresenta, per il momento storico contemporaneo, la trappola tesa per annullare tutta la forza rivoluzionaria del messaggio cristiano.

Con il conforto di queste premesse cercherò di proporre qualche riflessione che potrà tornare utile allo spettatore, spesso non attrezzato sufficientemente, per evitare di essere coinvolto e intruppato subdolamente nell’orda dei contestatori di una Chiesa voluta da Gesù Cristo per aiutare l’uomo nel difficile cammino della ricerca della Verità. Quasi sempre, al momento di presentare la vita dei santi o la forte testimonianza evangelica di qualche buon prete o buon cristiano, una costante è rappresentata dalla chiusura, dalla incredulità, dalla incapacità di accoglienza dimostrata dalla gerarchia ecclesiastica.

C’è sempre un Papa, un vescovo, un sacerdote pronto a sfiduciare l’operato del futuro santo, del portatore dell’amore di Dio al prossimo. E mentre scorrono le vicende messe in onda, partono ed arrivano messaggi sbagliati, incominciano a prendere forma o molto spesso vengono propinati convinzioni di ostilità contro la Chiesa, presentata sempre sorda ai fermenti nuovi, ottusamente ancorata a posizioni anacronistiche, lenta nello stilare un giudizio definitivo.

Cosa c’è dietro la tradizionale prudenza delle persone preposte a dare risposte ogni volta che un evento interroga la coscienza dei credenti? La Chiesa è composta da uomini che umilmente e pazientemente si dispongono all’ascolto dello Spirito Santo; i loro limiti umani rendono, a volte, difficoltoso questo ascolto per la stessa natura dello Spirito Santo che è Dio: e quindi imprevedibile, sorprendente, anticipatore di realtà lontane dall’esperienza umana. Fuori da questa logica non c’è possibilità di comprensione per la tradizionale prudenza della Chiesa e per le conseguenti scelte dei tempi lunghi che caratterizzano le sue decisioni.

Non dimentichiamo che tra i compiti della Chiesa gerarchica c’è anche quello, non certo facile, di riconoscere tra i tanti falsi profeti quelli veri. Le sceneggiature di queste trasmissioni volutamente si soffermano, artatamente indugiano su alcuni particolari per contrabbandare per incapacità di comprensione la necessaria prudenza.

E allora: cadere nella trappola o potenziare la nostra capacità critica? Diremmo senz’altro che almeno non dovremmo accettare passivamente il “menu del giorno” cercando di scegliere programmi e prodotti utili per conoscere e vivere sempre da uomini liberi…

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