Gesù e la legge ebraica

Gesù e la legge ebraica

di Pietro Madeo

L’UOMO È DEGNO DI DIO PERCHÉ CREATO AD IMMAGINE DI DIO

Sebbene storicamente il cristianesimo sia nato in ambito ebraico e Gesù il nazareno fosse ebreo, nessuna confessione dell’ebraismo riconosce in lui il Messia né tantomeno le caratteristiche divine che i cristiani invece gli attribuiscono. L’ebraismo ritiene inoltre che le profezie e i riferimenti al Tanakh che si trovano nel Nuovo Testamento non siano pertinenti.

L’ebraismo rabbinico tradizionale ritiene, infatti, che la venuta del Messia non si sia ancora manifestata. In generale l’ebraismo vede Gesù come uno dei tanti falsi messia che sono apparsi nel corso della storia degli ebrei. Gesù viene considerato come il più influente, e di conseguenza “il più deleterio, di tutti i falsi messia”. Tuttavia, poiché la fede ebraica tradizionale afferma che il Messia non è ancora venuto e che l’Era messianica non è ancora giunta, il totale rifiuto di Gesù sia come messia che come divinità nell’ebraismo non è mai stato una questione centrale per gli ebrei.

Al cuore dell’ebraismo di ogni corrente stanno la Torah, i comandamenti, il Tanakh (Bibbia ebraica) e il monoteismo etico, come indicato nello Shemà – e tutto ciò preesiste a Gesù anche se l’ebraismo è in continua evoluzione di pensiero.

L’ebraismo non ha mai accettato nessuno degli adempimenti pretesi dalle profezie che il cristianesimo attribuisce a Gesù. L’ebraismo proibisce inoltre il culto della persona come forma di idolatria, poiché la credenza centrale della religione è l’unità assoluta e singolarità di Dio. L’escatologia ebraica ritiene che l’arrivo del Messia sarà associato con una serie specifica di eventi che non sono ancora avvenuti, compreso il ritorno degli ebrei nella loro terra e la ricostruzione del Tempio, un’era messianica di pace e comprensione durante la quale “la saggezza del Signore” riempirà la Terra e poiché gli ebrei credono che nessuno di questi eventi si sia verificato durante il corso della vita di Gesù.

La convinzione che Gesù (o qualsiasi altro essere umano) sia Dio, una divinità, il figlio di Dio, o una persona della Trinità è del tutto inaccettabile secondo tutte le tradizioni della Legge mosaica e incompatibile con i principi di fede ebraica. Lo stesso vale per la fede in Gesù come Messia o profeta di Dio: anche tali credenze sono contrarie alla visione tradizionale ebraica. L’idea del Messia ebraico è diversa dal Cristo cristiano perché gli ebrei credono che Gesù non abbia realizzato le profezie messianiche che stabiliscono i criteri della venuta del Messia.

I testi principali dell’ebraismo rifiutano Gesù come Dio, essere divino, intermediario tra gli esseri umani e Dio, Messia o santo. Dunque la legge della Torah e legge del Vangelo sono due norme di fede e morale, l’una descritta nel Pentateuco e l’altra nei Vangeli e in altri documenti delle origini cristiane. Si tratta dell’essenza dell’ebraismo e del Cristianesimo. Poiché, come è noto, il Vangelo spesso si appella all’Antico Testamento e poiché cristianesimo ed ebraismo, quando non contendono, tendono almeno a differenziarsi o vengono superficialmente ritenuti opposti, si domanda quale siano le coincidenze e le differenze tra le due leggi.

È difficile, meglio impossibile, per la legge evangelica discostarsi dalla visione religiosa della Torah. Dai vangeli risulta che Gesù non venne per abolire ma per completare la legge, cioè la Torah e il Vangelo (Lc 16,17). Ebbene, se il nucleo centrale della Torah sta nell’amare Dio sopra ogni cosa con tutto il cuore… e il prossimo come se stessi, proprio questo afferma Gesù rispondendo allo scriba che lo interrogava (Mt 22,37-39) e con lo stesso motivo invita il giovane che lo interpella (Mt 19,16,19.

Anche le Beatitudini del Discorso sulla Montagna (Mt 5,1-7) ripetono ciò che è detto chiaramente nel Levitico (19,18). E altrove Gesù detta anche il modello dell’amore: amare come ama Lui, che offerse la vita per gli altri. Appunto, questa unione dei due precetti in uno solo (amore a Dio e amore al prossimo) sottolinea e ispira uguaglianza, nelle due leggi, di ideali e di proposte tra le genti e le culture. Torah e Vangelo si fondano sulla stessa concezione dell’amore al prossimo: l’uomo è degno di Dio perché creato ad immagine di Dio.

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Il rifiuto di Gesu’ di Nazaret come Messia non e’ affatto “strutturale” alla fede ebraica.
Se cosi’ fosse non ci sarebbe stata, nei secoli, una lunga lista di uomini e donne di fede ebraica convertitesi al cristianesimo.
Personaggi tutt’altro che ininfluenti.
Mi vengono in mente il rabbino capo di Roma ai tempi della seconda guerra mondiale  Israel Zoller, divenuto successivamente Eugenio Zolli, ottimo e profondo conoscitore della Legge ebraica.
Un altro personaggio e’ sicuramente Alphonse Ratisbonne, ebreo appartenente ad una ricca famiglia di Stasburgo, con un brillante futuro come banchiere davanti a se’.
Nell’ebraismo esistono due Messia, il Messia davidico (quello trionfante) e il Messia di Efraim (il Messia sofferente).
Cristo impersona entrambi, ma sembra che i fedeli israeliti vogliano solo quello trionfante.
In un certo senso noi cristiani, che abbiamo le nostre radici nell’ebraismo e che abbiamo accettato Cristo come Messia siamo diventati i “veri”ebrei.