La regalità sociale di Nostro Signore e la fine dei regni (e dei governi)…
di Diego Torre
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“L’ADORAZIONE DEVE ESSERE FATTA DALLE ÉLITE POLITICHE DELLA FRANCIA E DEL MONDO”, CHIESE GESÙ CRISTO ALLA FRANCIA. MA LA SUA RICHIESTA NON VENNE ESAUDITA E INIZIÒ LA DECADENZA DEL REGNO…
Si è appena concluso il mese di maggio tradizionalmente dedicato con fiori, canti, candele, preghiere e fiaccolate alla Madre di Dio. E’ stato la festa del Cuore Immacolato di Maria che il popolo fedele tributa ogni anno nel modo più solenne e commovente possibile: beato chi lo ha vissuto!
Incalza ora giugno con il suo calore estivo e la pietà popolare, ma anche la liturgia, ci mostrano il Cuore ardente di Gesù da cui partono ardenti fiamme d’amore.
Molti passaggi del Vecchio Testamento parlano del Cuore di Dio, ma noi potremmo individuare la nascita della devozione al Sacro Cuore di Gesù nell’ultima cena, quando l’evangelista Giovanni pone il suo capo sul Suo petto e ne ascolta i “battiti”. E’ un gesto che ci dice dell’intimità grande fra i due, ma anche della volontà del discepolo di entrare nell’abisso del mistero, e di abbandonarsi alla Sua volontà. L’indomani Giovanni vedrà quel cuore trafitto e vedrà al suo interno quell’amore di Dio manifestato dal versamento di sangue e acqua.
Bisogna riparare alle offese fatte a quel Cuore stracolmo di Amore! Proprio nel mese di maggio abbiamo ricordato come l’angelo del Portogallo e la Madonna di Fatima abbiano tanto insistito in tal senso. Tanto amore disprezzato, tanto sacrificio sottovalutato, vogliono giustizia e riparazione.
Qualunque della membra del corpo mistico può offrirla a beneficio dell’intero corpo che è la Chiesa; è un dovere dei singoli e della Chiesa ma anche di ogni comunità umana, comprese le nazioni. Ciò deriva dalla regalità sociale di Nostro Signore, re dei cuori ma anche delle società.
Il tentativo del liberalismo e del laicismo di confinarLo nell’intimismo è stato contrastato dal magistero della Chiesa ed è confutato anche nelle apparizioni a S. Margherita Maria Alacoque. Assaporiamo la descrizione che ella fa il 2 luglio 1674: “Questo Cuore divino mi fu manifestato come su un trono di fiamme, più splendente del sole e trasparente come un cristallo, con la sua adorabile piaga. Esso era circondato da una corona di spine, che significava le offese fattegli dai nostri peccati. Era anche sormontato da una croce, volendo significare che, fin dai primi istanti della sua Incarnazione, […] vi fu piantata la Croce e che Egli, fin dall’inizio, fu colmato di tutte le amarezze che gli avrebbero causato le umiliazioni, le povertà, i dolori e i disprezzi sofferti dalla sua sacra Umanità nel corso della sua vita e passione. Egli mi fece vedere che l’ardente desiderio che aveva di essere amato dagli uomini e di sottrarli alla via della dannazione, nella quale Satana li precipita a moltitudini, lo aveva spinto a formare questo progetto di manifestare il suo Cuore agli uomini. Dovunque questa immagine verrà esposta per essere onorata, Egli da lì diffonderà le sue grazie e benedizioni. Questa devozione è come un estremo sforzo del suo amore“.
La maestosità dell’immagine, il trono di fiamme, l’onore pubblico che chiede, rimandano ad un culto che non è dimesso o privato. Allora il giansenismo raffreddava la devozione nei cuori, e l’illuminismo cominciava a corrompere le menti. Entrambi preparavano la dissoluzione dei costumi e la vittoria del secolarismo.
Nel 1689 Gesù parlò ancora alla santa: “Fa sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore [Luigi XIV, il Re Sole, ndr.] che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra“.
Il Sacro Cuore “desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito“.
Il Sacro Cuore “vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”.
“Volendo riparare le amarezze e le angosce sofferte, fra le umiliazioni e gli oltraggi della sua Passione, dal Cuore adorabile del suo Figlio nei palazzi dei potenti della terra, l’Eterno Padre vuole stabilire il suo impero nella Corte del nostro gran sovrano, servendosi di lui per eseguire un gran progetto, da realizzare in questo modo: far costruire un tempio nel quale venga esposto un quadro raffigurante il Cuore divino, affinché Esso possa ricevervi la consacrazione e gli omaggi del Re e di tutta la Corte. … In questo modo, Egli vuole dispensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospargendo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendole a sua gloria e rendendone vittoriose le armi“.
E’ una richiesta sociale e politica di regnare nel mondo per mezzo del re; con pubblica evidenza e magnificenza dopo averlo fatto nell’ignominia della croce. Non basta a Gesù il cuore dei singoli; vuole il cuore della società attraverso i suoi rappresentanti. Non Gli basta l’intimità; vuole che il suo dominio sia pubblico e visibile. L’adorazione deve essere fatta dalle elitè politiche della Francia e del mondo. La richiesta non venne esaudita e iniziò la decadenza del regno. La Francia cedette al razionalismo e al libertinismo, che la indebolirono spiritualmente e moralmente, fino alla tragedia della Rivoluzione francese.