La poliedrica Armida Barelli e l’umile e nascosto “sandalo” della Chiesa don Mario Ciceri sono beati
di Giuseppe Adernò
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DUE STORIE DI SANTITÀ, MOLTO DIVERSE
Due storie di santità, molto diverse: una vissuta nella quotidianità del ministero sacerdotale di prete dell’oratorio, l’altra impegnata nell’apostolato laicale dell’Azione Cattolica segnando la via per l’educazione moderna della gioventù femminile”; fondatrice delle Missionarie della Regalità che oggi conta 2400 consacrate e con Padre Agostino Gemelli ha fondato l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Nella solenne cerimonia al Duomo di Milano il Card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha messo in luce il profumo di santità che i due nuovi Beati diffondono.
Don Mario Ciceri, ha vissuto la sua santa vita in Brianza, vicario parrocchiale di Brentana di Sulbiate (MB), ha vissuto il suo ministero in quella parrocchia a servizio dell’oratorio, dell’Azione Cattolica, dei malati e degli sfollati di guerra, umile e nascosto “sandalo” della Chiesa, sempre a servizio della gente e Armida Barelli “promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale, capace di «spronare le donne a essere cittadine consapevoli».
Come ha sottolineato Ernesto Preziosi, vicepostulatore della causa di beatificazione e presidente dell’Opera della Regalità, autore della biografia dal titolo “La zingara del buon Dio”, “la sua è una esperienza laicale segnata da una efficace sintesi tar vita attiva e vita contemplativa, che rifugge di fronte alle soluzioni facili: la sua giornata è intrisa di azioni, di preghiera e di carità, in una continua tensione verso Dio”.
Per Armida Barelli il prendersi cura degli altri voleva dire essere impegnati nel servizio. Tutta la sua vita fu pervasa da questo impegno rivolto ai più deboli ed a formare le coscienze laicali. “Preghiera, Azione, Sacrificio” che sintetizzano la trilogia dell’impegno dell’Azione Cattolica, attualizzano l’immagine della Chiesa che come scrive Manzoni “soffre, combatte e prega”.
Quando iniziò il suo servizio nella Gioventù Cattolica Femminile milanese molte attività furono dedicate alla formazione spirituale. La sua azione fu poliedrica con un impegno su più ambiti: nel 1921,amministratore unico dell’editrice Vita e Pensiero raccoglie da Giuseppe Toniolo, l’impegno di fondare, insieme a Padre Agostino Gemelli, Francesco Olgiati e Ludovico Necchi, “una Università dei cattolici italiani” e nel nel 1924, promosse l’istituzione della prima «Giornata universitaria», volta alla raccolta fondi per l’ateneo.
Nel campo sociale in risposta alle trasformazioni socio-politiche del tempo, ha promosso un laicato capace di contribuire al rinnovamento della società e rendere le donne italiane, future spose e madri, protagoniste nella Chiesa e nella vita del Paese eancor più responsabili, mediante la cooperazione “in rete”.
L’eredità di Armida è molto preziosa per la testimonianza e la capacità di affidarsi al Sacro Cuore in un tempo ricco di trasformazioni epocali, e si apprezza il suo carattere pragmatico e la capacità organizzativa, capillare in tutte le attività, di cui si fece promotrice. È stata una donna che, servendo un grande ideale, indica alla società di oggi la strada di una consapevole vocazione cristiana.
Nell’Azione Cattolica viene riconosciuta dalle giovani socie della Gioventù femminile come ‘Sorella maggiore’ e se Armida incontrasse oggi i giovani d’Italia, continuerebbe a dire che “se ci affidiamo al Signore nulla è impossibile” perché il suo “non è un affidamento che delega, ma che dà vigore e rinnovato slancio alla speranza ed all’azione”.
Donna esemplare, ha vissuto da protagonista il suo tempo e che, cercando la sua vocazione e vivendola con grande passione, ha tracciato la strada per altre migliaia di donne desiderose di vivere una più intensa comunione con il Signore, rimanendo “nel mondo”. «In queste storie di santità: umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri o della beata Armida Barelli, si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura”. Il messaggio e la lezione dei nuovi Beati indica il compito dei cristiani: “Educare alla vita democratica, alla presenza costruttiva nella storia, all’impegno a edificare la cultura della fraternità» e come afferma Benedetto XVI, «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua», “Si isti et illi, cur non nos? A questo interrogativo risponde il cristiano che, seguendo le orme de Santi, imbocca il sentiero che conduce al cielo, la strada è tracciata, basta percorrerla.
La memoria liturgica della beata Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica e fondatrice della Gioventù femminile di Azione cattolica e dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità, è stata fissata il 19 novembre, giorno in cui nel 1919 avviò ad Assisi le Terziarie Francescane del Regno Sociale del Sacro Cuore.; ed il ricordo del Beato Mario Ciceri, paragonato al “curato D’Ars”, dedito all’oratorio all’Azione Cattolica, medaglia d’oro della Resistenza, il 14 giugno e l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, intervenendo al termine della cerimonia di beatificazione ha detto che festeggerà il suo onomastico non il 19 gennaio, ma il 14 giugno in ricordo dell’esemplare prete ambrosiano.