Novità. “Shemà” di Giuliva Di Berardino: “per Gesù non perdere significa donare!”
Da oggi Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà, a cura della teologa Giuliva Di Berardino*.
In ebraico la parola Shemà vuol dire “Ascolta” ed è un’espressione dell’Antico Testamento che viene citata nel Nuovo Testamento. Marco 12,29-31 riporta, per esempio, che Nostro Signore Gesù Cristo disse: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.
Con questa sintesi dei 10 Comandamenti iniziamo oggi questo viaggio di riflessione sul Vangelo del giorno con Giuliva Di Berardino. Anche a noi uomini e donne del terzo millennio Nostro Signore Gesù dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
LA REDAZIONE
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Oggi il Vangelo illustra le conseguenze del coinvolgimento libero che ciascuno di noi può offrire alla Parola di Gesù, alle Beatitudini, che abbiamo ascoltato proprio ieri nella liturgia.
Se infatti cominciamo a vivere le Beatitudini, possiamo renderci conto che nelle situazioni di vita, anzi, a volte anche negli ambienti, nella natura, nel cosmo che ci circonda, tutto ha l’impronta della vita, che, immersa in Cristo, viene rinnovata dal di dentro e quindi, non può che produrre grazia, luce, bellezza.
Ecco allora perché Gesù oggi dice, con estrema libertà e fiducia verso ciascuno di noi, le parole più belle che Egli abbia rivolto alla folla, e quindi a noi: ” Voi siete il sale della terra” e poi: “Voi siete la luce del mondo“.
Queste sono parole, dicevo, di grande fiducia, parole che stravolgono l’ordine dei nostri criteri, come sono in effetti le parole di Gesù. Però queste ci provocano personalmente! Noi pensiamo che secondo, la concezione comune, non proprio tutti sono il sale della terra e la luce del mondo. Invece Gesù dice: voi, senza fare distinzione di persone.
Certo, il Signore Gesù ci invita a non perdere il sapore, ma anche questo senso è diverso da come lo intendiamo noi: noi pensiamo che non perdere sia conservare, invece per Gesù non perdere significa donare!
Ce ne rendiamo conto dagli elementi che il Vangelo utilizza in questo testo: il sale e la luce, due elementi che, di per sè, devono perdere la loro consistenza. Il sale deve disperdersi, sciogliersi, per dare sapore; la luce deve espandersi, per illuminare. Ecco, dunque, potremmo dire che quì Gesù quì ci fa entrare nella dinamica del dono, ci fa capire in cosa consiste la dinamica del dono, che è un movimento di espansione, di dilatazione. E questo movimento oggi Gesù ce lo affida come un mandato, anche se in effetti si tratta di un movimento che va soltanto percepito, perché, nel suo svolgersi, non possiamo nè vederlo e nè, spesso, averne coscienza. Certo è che Gesù ci manda nel mondo, dicevo: un mandato. Perché? Perché Egli desidera provocare proprio questo effetto di movimento in espansione di gusto e di luce nel mondo. Quante volte ne facciamo l’esperienza, magari anche sul lavoro o in famiglia! Lì dove tutto ha perso sapore, arriviamo noi e la vita rinasce, basta un sorriso; oppure lì dove tutto viene nascosto nell’omertà, arriviamo noi e tutto viene scoperto, delle volte basta anche non parlare: tutto viene alla luce, male o bene che sia. Ma questo non perché chissà chi siamo noi, ma perché è la nostra vita in Gesù che diventa luce, diventa gusto! E questa è la nostra missione, è il nostro mandato, è ciò che Lui ci rende capaci di vivere: espansione, perché in noi e intorno a noi tutto sia vita che rinasce, gioia che contagia, bellezza che attrae e quindi tutto viene riportato alla fonte. Allora tutto ciò ci mette in movimento di dilatazione, ma poi, quando avviene rinascita, contagio di gioia, attrazione di bellezza, il movimento diventa in noi movimento di concentrazione, di contrazione. Allora è come se oggi questo Vangelo ci facesse prendere coscienza che noi siamo come parte di un organismo vivo che pulsa vita e produce, in noi e intorno a noi, quella vera forza che può cambiare il mondo: l’amore.
Buona giornata con il Vangelo del giorno!
Martedì 9 giugno 2020
Vangelo secondo San Matteo 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
GIULIVA DI BERARDINO
* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.