Conosciamo Santa Maddalena di Canossa
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE FESTEGGIAMO OGGI (Beato Antonio Neyrot da Rivoli, Sant’ Antonio Vallesio, Sant’ Apollonio d’Alessandria, San Bademo (Vadim), San Beda il Giovane, Beato Bonifacio Zukowski, San Cuanna, Sant’ Eberwin di Helfenstein, Santa Erednat, San Fulberto di Chartres, San Macario d’Armenia, Beato Marco Fantuzzi da Bologna, San Mattia Marco, San Michele dei Santi, San Palladio di Auxerre, Beato Pedro María Ramírez Ramos, San Terenzio e compagni) RICORDIAMO UNA GRANDISSIMA SANTA VERONESE
Perché una ricchissima e famosa nobile del XVIII secolo rinuncia a una vita sfarzosa per accogliere nel proprio principesco castello fanciulle povere e abbandonate? L’ascolto del proprio cuore le suggerisce di aiutare ragazze disperate, costrette a vivere sulla strada, senza nessuno che indichi loro quale via seguire. Vuole offrire loro un’istruzione, un’educazione cristiana e la possibilità di imparare un mestiere onesto; vuole aiutarle ad emanciparsi culturalmente ed umanamente nei confronti di una società che le relega in ruoli subordinati. Desidera che diventino protagoniste della loro vita.
Maddalena Gabriella, marchesa di Canossa, nasce a Verona nel 1774. A cinque anni rimane orfana del padre. La madre si risposa e “abbandona” la figlia a una severa istitutrice. La marchesina è triste ma il suo cuore è generoso. Contro la volontà dei parenti, a diciassette anni entra nei monasteri carmelitani di Trento e Conegliano Veneto (Treviso). La vita monacale, però, non fa per lei. Così torna nel suo castello dimostrandosi eccezionale amministratrice. Intanto Maddalena assiste i malati e insegna il catechismo ai bambini poveri. A Verona la chiamano “angelo”. Un sogno le rimane impresso: vede sei ragazze in coppie di due con indosso uno scialle e una cuffia neri e ogni coppia svolge un compito: l’educazione religiosa, la formazione scolastica e l’assistenza ospedaliera.
Nel 1801 due ragazze sbandate bussano alla sua porta. Maddalena capisce che il sogno si sta avverando. Ecco a quale missione la chiama il Signore: accogliere le ragazze povere e offrire loro una possibilità attraverso l’istruzione. Così il castello di Canossa (che, periodicamente, ospita l’imperatore dei francesi Napoleone e lo zar di Russia Alessandro I) apre le sue stanze alle ragazze strappate alla miseria. Quando Maddalena si trasferisce a Venezia entra in contatto con una misera realtà: affamati, ragazze di strada, piccoli orfani obbligati a delinquere per sopravvivere, ammalati privi di assistenza, disabili senza futuro come i sordomuti. Per loro la marchesa fonda la Congregazione delle Suore “Figlie della Carità” (canossiane).
Grazie al denaro di cui dispone, in varie città vengono aperte case di accoglienza per l’educazione gratuita: Verona, Venezia, Milano, Bergamo, Trento, Brescia, Cremona. Maddalena di Canossa muore a Verona nel 1835. Oggi in tutto il mondo le suore “canossiane” continuano l’opera iniziata nel 1808 da una nobile dal cuore d’oro.
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