L’insegnante “no green pass e DaD” (sgombrato dalla Digos): “è incostituzionale”

L’insegnante “no green pass e DaD” (sgombrato dalla Digos): “è incostituzionale”

di Gian Piero Bonfanti

IL PROF. SAVERIO MAURO TASSI: “QUESTO INFERNALE MECCANISMO IO LO TROVO INCOSTITUZIONALE PERCHÉ NON RISPETTA IL CRITERIO DI PROPORZIONALITÀ TRA DUE DIRITTI CONCORRENTI, QUELLO ALLA SALUTE E QUELLO ALLO STUDIO, IN QUANTO IL VANTAGGIO RELATIVO PER LA SALUTE CHE PRODUCE È DI GRAN LUNGA INFERIORE AL SUO DANNO DIDATTICO – E ANCHE CIVICO, VISTO CHE ABITUA I GIOVANI ALLA DISCRIMINAZIONE, AI PRIVILEGI E ALLA INCOSTITUZIONALITÀ”

Il prof. Saverio Mauro Tassi, insegnante di filosofia, storia ed educazione fisica presso il Liceo scientifico statale Einstein di Milano, lavora nella scuola da 40 anni. Tra poco ne compirà 67 e dunque sarà pensionato per raggiunti limiti d’età. In seguito all’entrata in vigore del DL 1/22 ha intrapreso una serie di azioni per denunciarne il carattere discriminatorio, e quindi incostituzionale, nei confronti degli studenti e dei giovani privi di green pass rafforzato. Ha cominciato con uno “sciopero bianco”, cioè sospendendo lo svolgimento dei programmi e animando non-lezioni dibattimentali sulla Costituzione; poi ha continuato con uno sciopero della fame, durato 12 giorni; nel frattempo ha promosso la nascita dell’associazione Scuola Uguale X Tutti, che attualmente unisce 1422 “gocce”, nome che gli associati si sono dati perché il loro motto è: “Gutta cavat lapidem non vi sed saepe cadendo” (“La goccia scava la roccia non con la forza ma non smettendo mai di sgocciolare”).

L’associazione, a sua volta, ha promosso due petizioni al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “No alla dad per gli studenti senza green pass” e “No alla discriminazione nella scuola”. Queste due petizioni, rinvenibili su Change, hanno finora raccolto insieme più di 10.000 sottoscrizioni. In base ad esse, l’8 febbraio scorso, SUXT ha inviato una mail al ministro chiedendo un pubblico confronto sul loro contenuto. Inoltre per sostenere questa richiesta, ha organizzato due sit-in, uno a Milano il 12/2, a fianco dell’USR, e uno a Roma, il 20/2, davanti al Ministero.

Non avendo ricevuto da allora alcuna risposta dal ministro, il prof. Tassi ha occupato simbolicamente la sua scuola per due notti e tre giorni, prima di essere sgombrato dalla Digos, e quindi anche l’ufficio del Direttore dell’USR della Lombardia, la dottoressa Augusta Celada, fino a quando la stessa non ha accettato di parlargli e gli ha assicurato che avrebbe riferito al ministro la sua richiesta di ottenere una risposta. Poiché ciò non è comunque servito, le gocce di SUXT hanno inviato mail e lettere cartacee di sollecito al Ministero e nel frattempo il prof. Tassi ha ripreso lo sciopero della fame a partire dal 7 marzo e la sera dello stesso giorno ha piantato una tenda davanti al Liceo Einstein dove da allora passa parte del giorno e l’intera notte.

Prof. Tassi perché, a suo parere, il DL 1/22 è discriminatorio e incostituzionale?

Il mio giudizio si riferisce in particolare all’art. 4, che prevede la didattica a distanza (DAD) obbligatoria per tutti gli studenti privi di green pass rafforzato non appena in una classe si registrino due casi di positività al covid. Di conseguenza, da gennaio alcuni studenti godono di un privilegio, in quanto possono seguire le lezioni in presenza, altri sono penalizzati, in quanto “conDADdati”. Che la DAD penalizzi lo ha sostenuto lo stesso presidente Draghi. Tale discriminazione, meramente burocratica, a mio parere, viola il principio dell’uguaglianza nel godimento del diritto allo studio. Non solo ma introduce di fatto il criterio della “presunzione di colpevolezza”, abolendo al contempo quello dell’onere della prova, in entrambi i casi contraddicendo altrettanti principi giuridici costituzionali. Infatti, mentre prima del DL 1/22, alcuni studenti venivano posti in DAD, ma in base all’esito di un tampone oppure perché “contatti stretti” accertati di un contagiato, dunque senza presunzione di colpevolezza e assolto l’onere della prova, dopo l’entrata in vigore del decreto vengono costretti alla DAD tutti gli studenti privi di un documento burocratico, senza alcuna prova della loro contagiosità, dunque sulla base di una presunzione di contagiosità, ovvero di un mero sospetto. Questo infernale meccanismo io lo trovo incostituzionale perché non rispetta il criterio di proporzionalità tra due diritti concorrenti, quello alla salute e quello allo studio, in quanto il vantaggio relativo per la salute che produce è di gran lunga inferiore al suo danno didattico – e anche civico, visto che abitua i giovani alla discriminazione, ai privilegi e alla incostituzionalità.

Perché secondo lei il ministro Bianchi dovrebbe accettare le richieste di SUXT?

Bianchi ha dichiarato in conferenza-stampa che il DL 1/22 non è discriminatorio, ma non ha argomentato questo suo giudizio. Se un’associazione di 1.400 iscritti, che promuove petizioni rappresentative di diecimila cittadini, chiede a un ministro di spiegare le ragioni di un suo pronunciamento, e al contempo gli vuole esporre le proprie ragioni, io credo che un ministro con una sensibilità democratica dovrebbe essere il primo a desiderare questo confronto pubblico, a suo stesso favore, cioè per far comprendere a tutti i cittadini che ha agito nel migliore dei modi. Ovviamente, si tratta di una scelta del tutto libera, noi certo non pretendiamo che accetti, salvo preoccuparci per la reputazione del ministro, dal momento che, rifiutando un confronto pubblico, qualche cittadino potrebbe sospettare che non disponga di argomenti convincenti.

Ma allora perché state continuando la vostra protesta, perché un altro digiuno e addirittura l’accampamento di fronte alla sua scuola?

Mi sono autobattezzato un “ATTENDATO ALLA COSTITUZIONE”, ovvero l’antitesi di “attentato alla Costituzione, in quanto mi sono messo a vivere in una tenda davanti alla mia scuola per difendere la Costituzione dalle violazioni che le vengono perpetrate da gennaio. In particolare, in questo momento, sciopero della fame, attendamento, mail bombing si concentrano su una rivendicazione minima: che il ministro Bianchi, che ha tutto il diritto di declinare la nostra richiesta di pubblico confronto, si degni però almeno di risponderci con una mail comunicandoci il suo rifiuto e magari dandone una motivazione. Il nostro dovrebbe essere uno Stato democratico, di sicuro la pubblica amministrazione si basa sui principi di accesso, trasparenza, motivazione degli atti. Stando così le cose, non è solo maleducazione istituzionale, ovvero arroganza da Stato dispotico, che una pubblica autorità non si degni di dare una risposta scritta a diecimila cittadini. Si tratta, a mio avviso, di una maleducazione costituzionale, cioè di un’ennesima trasgressione della nostra Carta, se non nella lettera, quanto meno nello spirito.

Se il ministro Bianchi continuerà a ignorarla, cosa farà? Non pensa che la sua azione sia destinata a infrangersi contro i più che spessi e impenetrabili muri del ministero dell’Istruzione? E non pensa che dopo 15 giorni di digiuno lei cominci a rischiare seri danni alla sua salute?

La mia è un’azione dichiaratamente non violenta, ispirata al gandhiano satyagraha. Significa “insistenza per la Verità”. Presuppone la fede nella realizzazione, prima o poi, della Verità, indipendentemente dai miei successi o dai miei fallimenti. In ogni caso, un fallimento per la Verità vale centomila successi contro la Verità. Nondimeno, io nutro la speranza che la nostra attuazione abbia pieno successo. Di sicuro sta già avendo successo per noi che la stiamo agendo, perché ci trasforma e ci rende migliori, più liberi e quindi più lieti. Ma certo deve incidere anche sul mondo. Uno dei miei slogan è “Perdiamo Speranza (Roberto), ma non perdiamo mai la speranza!”. Quanto alla mia salute, mi tengo sempre sotto controllo, e per ora non accuso il minimo sintomo di danni psicofisici. Anzi. Continuo ad andare a ballare (sono appassionato di tango argentino) e ballo meglio di prima, essendo e sentendomi molto più leggero. Soprattutto posso testimoniare che la limitazione della mia carne rinvigorisce potentemente il mio spirito. Più che mai ho compreso, nella mia carne e nel mio spirito, la verità dell’affermazione “Lo spirito è forte, la carne è debole”. Tuttavia, se ci sarà da pagare un prezzo, confido minimo, sono disposto a pagarlo. Non è autolesionismo, a un certo punto mi fermerò, e se necessario mi curerò; è solo un minimo spirito di sacrificio: qb. Tutti dovremmo averlo per cercare di raddrizzare almeno un po’ quello che Kant chiamava “il legno storto dell’umanità”.

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