Ad un devoto S. Giuseppe concesse la morte di 2 figli che altrimenti si sarebbero suicidati

Ad un devoto S. Giuseppe concesse la morte di 2 figli che altrimenti si sarebbero suicidati

di don Giuseppe Tomaselli*

UNA RIFLESSIONE QUOTIDIANA SUL PADRE PUTATIVO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

Quinto giorno

Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!

Sposalizio

E’ legge naturale lo sposare. Tra gli Ebrei, nell’Antico Testamento, era rarissimo il caso di chi non andasse a matrimonio. Dopo che Gesù ebbe annunziato al mondo la grandezza della verginità, sono stati e saranno senza numero coloro che rinunziano al matrimonio, per vivere come Angeli in terra.

La Madonna in tenera età; illuminata dallo Spirito Santo, offrì a Dio la sua verginità. Tuttavia accettò le nozze con San Giuseppe. Come si decise a ciò? Il Sommo Teologo San Tommaso così commenta: La Madonna, legata al voto di verginità, intendeva restare Vergine anche contraendo il matrimonio, diversamente non avrebbe sposato. Fu assicurata divinamente che lo Sposo era dello stesso proposito. –

San Bonaventura scrive nella sua «Opera Quarta»: Maria fu rassicurata dallo stesso San Giuseppe che anche lui intendeva conservare la verginità. –

E’ bene conoscere come si sia svolto il contratto matrimoniale tra i due castissimi Sposi.

Al presente il matrimonio è un Sacramento; prima della venuta di Gesù era un semplice contratto. Nel contrarre le nozze oggi si distingue tra il fidanzamento e la celebrazione del matrimonio; tra gli Ebrei si procedeva diversamente.

Quando due cuori si amavano e tutto era pronto per la convivenza, allora si procedeva allo sposalizio, cioè la donna andava in casa dello sposo per lo scambio del consenso e se ne stendeva l’atto per scrittura. Erano i genitori e gli amici a presentare la sposa, la quale all’occasione riceveva i doni dello sposo. Avvenuto lo sposalizio, la donna ritornava a casa propria, allontanandosi dal marito. Passato un mese, e qualche volta anche più, lo sposo accompagnato dal suo seguito andava in casa della consorte per rilevarla. Ciò avveniva di sera. All’incontro con lo sposo soleva esserci una schiera di giovanette con le lampade accese. Gesù si servi di questa scena, quando narrò la parabola delle vergini prudenti e delle stolte.

In casa della sposa i festeggiamenti si prolungavano per un giorno ed anche per una settimana. Finito questo, l’uomo andava ad abitare con la sua donna.

San Giuseppe quindi ricevette in casa sua la Vergine Maria e stese il solenne contratto dello sposalizio.

La Madonna ritornò in famiglia. Non sappiamo il giorno, ma certamente non trascorse molto tempo, e 1’Arcahgelo le annunziò il mistero dell’Incarnazione.

La Vergine si turbò, ma rassicurata che sarebbe divenuta Madre del Messia per opera dello Spirito Santo, accettò umilmente, dicendo: Ecco la serva del Signore! Si faccia di me secondo la tua parola! (S. Luca – I-38).

In quell’istante il corpo della Madonna divenne il Tempio vivente di Dio. A nessuno Lei rivelò il mistero.

Quando San Giuseppe, passato qualche tempo dallo sposalizio, andò in casa della Madonna per rilevarla, a vederla fu preso da forte timore. Ma l’Angelo del Signore lo rassicurò: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua Sposa, perché è opera della Spirito Santo ciò che in Lei è avvenuto. (S. Matteo – I – 20).

San Giuseppe, rassicurato, prese con sé la Vergine, Madre di Dio, consapevole della dignità alla quale veniva innalzato.

Esempio

Un ricco signore da anni si era sposato ed aveva avuto da Dio il dono di tre figliuoli. Era devoto di San Giuseppe ed ogni anno solennizzava il 19 Marzo, implorando la benedizione del Patriarca sui figli.

Accadde che proprio nel giorno della festa di San Giuseppe venne a morire un figlio. L’anno seguente, e precisamente il 19 Marzo, morì il secondo figlio. Il pio genitore non cessò di onorare il Santo; ma all’avvicinarsi dell’anniversario dei lutti era afflittissimo, temendo che morisse il terzo figlio.

Assorto in tristi pensieri, trovavasi un giorno in campagna ed ebbe il dono di una visione spiegativa. Vide pendere dai rami di un albero due giovanetti impiccati; apparve un Angelo che gli disse Vedi tu questi due giovanetti appesi alla corda? Tale fine avrebbero fatto i tuoi figliuoli, se fossero giunti a matura età! Ma poiché sei stato devoto di San Giuseppe, egli ti ottenne da Dio che morissero in tenera età, per risparmiare a te l’afflizione ed il disonore e ad essi la dannazione eterna. Non lasciare dunque di celebrare la festa del Santo, al quale devi essere obbligato anche per un’altra grazia, poiché il figlio che ti resta menerà vita santa ed un giorno sarà Vescovo. –

Sparita la visione, il buon padre riacquistò la serenità. Le cose in seguito si avverarono come l’Angelo aveva predetto.

Fioretto – In ogni necessità invocare con fiducia l’aiuto di S. Giuseppe.

Giaculatoria – San Giuseppe, prega per i fidanzati, affinché non offendano il Signore!

 

 

 

Il testo che vi abbiamo proposto è stato tratto da libro Don Giuseppe Tomaselli, San Giuseppe – Mese in suo onore (1962), di proprietà dell’Istituto Teologico “San Tommaso“, Via del Pozzo, 43 – 98121 Messina, al quale il libro può essere chiesto, oppure scrivendo alla mail: dongiuseppetomaselli@gmail.com.

 

* Don Giuseppe Tomaselli, nato a Biancavilla (Catania) il 26 gennaio del 1902 e morto a Messina nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1989, entrò nel 1916 nella Congregazione Salesiana, venne ordinato sacerdote nel 1926 e, lungo il suo ministero, durato quasi 63 anni, fu parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista, taumaturgo ed apostolo della buona stampa cattolica. Proprio in quest’ultima veste diffuse ben 10 milioni di copie dei suoi 120 libri, testi che ancora sono molto richiesti e letti.

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