Le critiche del mondo accademico statunitense alla politica di Biden in Ucraina

Le critiche del mondo accademico statunitense alla politica di Biden in Ucraina

di Vincenzo Silvestrelli

IN UN MONDO MULTIPOLARE LE GRANDI POTENZE DOVREBBERO ADOTTARE POLITICHE ADEGUATE AD EVITARE CRISI PERICOLOSE, DESTINATE EVENTUALMENTE AD AVERE CONSEGUENZE NUCLEARI E, QUINDI, DISASTROSE PER TUTTI

La politica degli Stati Uniti in Ucraina non è criticata solo dalla Russia ma anche da un docente dell’Università di Chicago come John Mearsheimer che, già nel 2015, aveva previsto le conseguenze della politica di riarmo di Kiev.

Il prof. Mearshimer, che ha servito la sua patria nell’aeronautica militare (USAF) ed è poi diventato docente studiando le problematiche della geopolitica, ha elaborato infatti una teoria originale, detta del “realismo offensivo”, che focalizza il comportamento aggressivo delle potenze nell’ordinamento internazionale. Quest’ultimo, secondo la sua analisi, si presenta come sostanzialmente anarchico, al fine di conseguire una egemonia regionale, evitando il sorgere di nuove potenze che potessero contrastarla. Sostiene inoltre nei suoi scritti la impossibilità di una egemonia globale di una sola potenza per le difficoltà connesse alla distanza che rendono più realistico un sistema basato su egemonie regionali di singole nazioni e, quindi, un mondo multipolare.

Coerentemente con questo sistema teorico, Mearshimer riteneva già nel 2015 che il riarmo della Ucraina non fosse compatibile con l’egemonia regionale della Russia. Oggi verifichiamo, nell’attuale crisi, l’esattezza della sua opinione. Segnalava allora che la Russia non avrebbe mai potuto accettare il riamo ostile della Ucraina. Nonostante le voci contrarie di alcuni think thanks democratici che spingevano in quella direzione, il docente ne sosteneva l’errore, affermando che armare era un errore sia per l’Ucraina che per gli Stati Uniti perché avrebbe portato ad una inevitabile escalation con il rischio di degenerare in uno scontro con una potenza nucleare. L’opinione degli analisti democratici era invece che la Russia sarebbe stata fermata attraverso le sanzioni.

Mearshimer aveva obiettato che, di fronte ad una minaccia molto grave, Mosca avrebbe reagito anche a costo di pesanti conseguenze economiche con il rischio di rendere possibile l’uso delle armi nucleari in caso di estrema necessità. Oggi possiamo dire che la crisi a cui stiamo assistendo poteva essere evitata attraverso l’adozione di politiche meno aggressive da parte degli Stati Uniti come consigliava il docente di Chicago. Speriamo che la situazione non degeneri e che non provochi disastrose conseguenze economiche per i Paesi europei ed in particolare per l’Italia e gravi perdite di vite umane in Ucraina.

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