Governo e media di regime insistono sul “passaporto verde”, nonostante l’evidente inutilità
di Raffaele Cerbini
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GOVERNO DRAGHI: SUL GREEN PASS NON È IL CASO DI CAMBIARE ROTTA?
Mentre la maggior parte dei paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, hanno giustamente allentato le loro restrizioni Covid, l’Italia, che ha politicamente scelto la strada della totale intransigenza e del rifiuto delle evidenze scientifiche internazionali collezionando fallimenti su fallimenti, ci rende ridicoli all’estero. Ma vi sembra normale che persone sane non possano lavorare per colpa di un governo dissennato?
Ferma restando l’utilità dei vaccini in condizioni ben precise, ovvero valutando in maniera accurata il rapporto beneficio/rischio a livello individuale, possedere il passaporto vaccinale più draconiano e discriminatorio d’Europa è motivo di disonore scientifico e la psicosi di massa rende i nostri politici ed i cittadini “normali” incapaci di distinguere la verità scientifica, ma forse è proprio ciò che qualcuno vuole.
Qualche giorno fa abbiamo ricordato come la letteratura che riguarda gli effetti del lockdown sulla mortalità da COVID-19 abbia dimostrato l’inutilità della maggior parte delle misure restrittive.
Anche nel Regno Unito le false affermazioni dei consulenti scientifici del governo sulla necessità e sui vantaggi dei blocchi e delle restrizioni sono state alla fine demolite dalla razionalità e dalla attenta analisi della evoluzione pandemica ed il giusto risultato sono le riaperture adottate senza se e senza ma. Pure in Israele, nonostante le vaccinazioni a tappeto e gli interventi di limitazione sociale, già da tempo il green pass è stato abolito, così come in numerosi altri paesi, ma bisogna soprattutto ricordare che la maggior parte degli Stati nel mondo non si è mai sognata di inserire misure assurde come il green pass.
Non è forse giunto il momento che anche le false affermazioni italiane sulla utilità dei passaporti vaccinali vengano sfatate?
In questo mese abbiamo assistito alla fuga dei “professoroni” da talk show da una nave che ormai è in procinto di affondare e dopo di loro seguiranno a ruota i partiti, consapevoli della emorragia di consensi elettorali, ma la scienza aveva predetto da mesi lo scenario attuale. Semplicemente, in Italia si è preferito ascoltare le cassandre profetesse di sventure.
Ripercorriamo quindi brevemente la triste vicenda che ha portato all’attuale regime sanitario e vaccinale.
Il green pass è stato introdotto nell’agosto 2021 col pretesto che avrebbe facilitato il ricorso al vaccino, creato spazi sicuri per i vaccinati e quindi ridotto i casi di Covid (ma tra un attimo vedremo che il governo già sapeva da maggio 2021 che gli attuali vaccini non impediscono la trasmissione virale), i ricoveri e i decessi. Verba rebus proba (prova le parole con i fatti) avrebbe detto Seneca, ma la realtà dei fatti ha dimostrato invece l’esatto contrario e, nonostante ciò, invece di fare marcia indietro la stretta governativa si è fatta progressivamente più forte: i non vaccinati sono stati banditi da quasi tutti gli spazi pubblici e persino dal lavoro ed il famigerato certificato verde si è rivelato per quel che è: un esercizio di inutile tirannia proprio perché inutile ai fini delle limitazioni dei contagi.
A questo proposito è fondamentale chiarire il concetto delle infezioni nei pazienti vaccinati, che in termine tecnico si chiamano break through infections. Si tratta della peggior vergogna per un qualsiasi vaccino visto che lo scopo principale dei vaccini è proteggere i singoli dalle reinfezioni. Per questo esistono i vaccini e, per essere approvato, un vaccino deve dimostrarsi proteggente per almeno il 50% dei casi ed a brevissimo termine (due mesi dalla seconda dose) nessuno mette in dubbio l’analisi della efficacia.
Al contrario, dopo solo sei mesi l’efficacia vaccinale si è dimostrata del tutto insufficiente e questo parametro, ben noto già dal Maggio 2021 alle aziende farmaceutiche ed ai governi (e probabilmente anche da prima) avrebbe dovuto mettere in guardia contro l’inefficacia delle attuali tecnologie vaccinali contro la trasmissione del virus SARS-CoV-2, facendole così definire per quello che sono, ovvero semplici immunizzazioni attive a breve termine, e per breve si intendono non più di tre mesi.
Per questo motivo i governi hanno nascosto accuratamente ed il più a lungo possibile i fenomeni di immunity waning ed immunity evading (anche di questo ne abbiamo parlato a lungo) che, appunto, determinano la possibilità di reinfezione.
Le notizie di perdita di efficacia delle attuali immunizzazioni sono state date al grande pubblico con colpevole ritardo solo nel Luglio 2021 e le aziende produttrici di vaccini hanno sapientemente ed accuratamente evitato di pubblicare i propri dati, sviando l’attenzione sulla necessità di effettuare la dose di richiamo o booster. Ed anche in questo caso già dall’ottobre 2021 si sa perfettamente che anche la dose di richiamo perde altrettanto facilmente di efficacia nei più anziani ed addirittura è totalmente inutile, se non dannosa, nei soggetti under 40, come chiaramente riportato in primis da The Lancet e successivamente da una pletora di ulteriori pubblicazioni. Solo ora (notizie degli ultimi giorni) anche in Italia si inizia timidamente a parlare di mancanza di efficacia del booster negli under 40, e questo avviene perché la medicina è una scienza alla quale non si può sfuggire a lungo.
Ed allora cosa fanno i governi? Nascondono i dati per evitare qualsiasi discussione scientifica e chi prova a discuterli con cognizione di causa viene bandito dalle piattaforme social.
Lo fa l’Italia, ma la realtà è che in Italia almeno il 70 per cento delle infezioni da Covid nell’ultimo mese sono avvenute in persone parzialmente o completamente vaccinate. Lo fa la Scozia, che dichiara pubblicamente di non pubblicare più i dati per evitare la cosiddetta “vaccine esitancy” (ma scherziamo? non si divulgano le notizie per la paura che le persone si rendano conto della verità?). E lo hanno fatto anche gli Stati Uniti. A questo proposito, il New York Times, sulla cui autorevolezza non ci dovrebbero esser dubbi, il 20 febbraio scorso ha addirittura pubblicato un articolo di denuncia nei confronti del CDC americano che avrebbe nascosto la gran parte dei dati critici su booster e ricoveri.
Eppure, ben sapendo cosa sarebbe avvenuto successivamente, e tuttora perseverando nelle menzogne agli italiani, nel dicembre 2021 il governo Draghi ha addirittura introdotto il super green pass, annullando anche la possibilità di ricorrere al tampone ogni 48 ore. Non solo, ma mentre tutto il mondo torna alla normalità, considerato che la variante Omicron è infinitamente meno grave del Covid, è arrivato pure l’obbligo per gli over 50: o il vaccino o il lavoro. Un ignobile ricatto che riguarderebbe almeno 500mila italiani e che il governo impone con l’ennesima ed ingiustificata fiducia parlamentare.
Naturalmente nessuno – né il ducesco capo del governo, né i partiti che lo sostengono, né la stampa di regime – ammetteranno mai che la certificazione verde si sia rivelata essere una clamorosa sciocchezza, soprattutto se si confrontano i dati italiani con quelli dei sudditi di Sua maestà britannica, i quali non hanno mai avuto alcun passaporto vaccinale.
Da considerare che Italia e Gran Bretagna hanno popolazioni simili: 59 milioni e 69 milioni di persone e che dopo quasi sette mesi di Green pass in Italia la percentuale di persone vaccinate è di circa l’89% degli over 12; in Gran Bretagna di circa l’85%.La lezione dovrebbe essere chiara: la stragrande maggioranza delle persone ha scelto di farsi vaccinare di propria spontanea volontà e non ha bisogno di essere costretta a farlo dallo Stato. Insomma, le costrizioni non funzionano.
E adesso parliamo dei morti. Anche da questo punto di vista il green pass non è servito a nulla. Al contrario, creando un senso di falsa fiducia tra i vaccinati, ha addirittura peggiorato le cose inducendo chi si è sottomesso ai diktat governativi un falso senso di sicurezza. Ebbene, se queste misure avessero funzionato il tasso di decessi in Italia sarebbe stato di gran lunga inferiore a quello della Gran Bretagna. Ma non è affatto così: i dati della John Hopkins University ci dicono che l’Italia ha avuto oltre 254 morti ogni 100.000 abitanti mentre la Gran Bretagna solo circa 240/100.000
Non solo: circa la metà dei ricoveri Covid e più della metà dei decessi Covid dal dicembre scorso sono stati di persone vaccinate parzialmente o totalmente, mentre dal primo dicembre l’Italia ha avuto molti più decessi per Covid della Gran Bretagna: 18.000 morti contro 15.000.
Eppure, nonostante la medicina e l’epidemiologia dimostrino che le azioni governative sono state fallimentari, la maggior parte degli italiani continua a credere che il green pass, ora super green pass, sia l’unica soluzione. Perché?
Possiamo capire il punto di vista di un governo che ormai, avendo perso gran parte del consenso cerca di rimanere in sella istaurando un regime semidittatoriale, ma tale regime non sarebbe stato possibile senza la fattiva e colpevole complicità della popolazione. Non sarebbe il caso, adesso, di cominciare ad aprire gli occhi?
“Memoria est thesaurus omnium rerum et custos”, “la memoria è tesoro e custode di tutte le cose” (Marco Tullio Cicerone).