Il battesimo nei Padri della Chiesa
di Giuliva Di Berardino
–
IL BATTESIMO È STATO DEFINITO DAI PADRI DELLA CHIESA LAVACRO MA ANCHE SIGILLO, SEGNO E ILLUMINAZIONE
In questo articolo intendo proporre una piccola antologia di qualche scritto antico sul tema del Battesimo, in modo da cogliere dalle parole dei Padri della Chiesa la profondità del battesimo cristiano, in quanto la fede che si concretizza nell’atto rituale del Battesimo è stato sempre celebrato dai credenti, fin dall’antichità.
I Padri della Chiesa, quindi, ci offrono un patrimonio di sapienza nei loro scritti, che potevano essere dei veri e propri trattati, ma anche delle semplici omelie, pur sapientemente preparate.
Sul tema del Battesimo verranno proposti dei piccoli testi che tuttavia ci forniscono dati importanti, in quanto l’insegnamento dei Padri della Chiesa è praticamente alla base dell’attuale insegnamento della Chiesa Cattolica. Osserviamo, allora, le loro maggiori testimonianze:
L’antico “Pastore di Erma”, risalente al 140, quindi già al principio dell’età apostolica, ci testimonia in un suo commento a Gv3,5, che l’acqua del battesimo è un’acqua che vivifica per poter entrare nel Regno di Dio. Ecco le sue parole: “Essi avevano bisogno di ascendere tramite l’acqua, cosicché potessero essere resi vivi; poiché essi non potevano entrare altrimenti nel Regno di Dio.”
Un’altra testimonianza molto antica è quella di San Giustino martire, che, nel 155, ci consegna la modalità e la motivazione del rito battesimale ai suoi tempi, presso le prime comunità cristiane a Roma. Ecco le sue parole: “… essi sono da noi guidati verso un posto nel quale vi è dell’acqua e da quì essi rinascono nello stesso genere di rinascita in cui anche noi siamo rinati… nel nome di Dio… così essi ricevono il lavacro dell’acqua. Poiché Cristo stesso disse: ‘Se non sarai rinato, non entrerai nel Regno del Cielo.’. La ragione per cui noi cristiani operariamo tutto questo è stata da noi appresa dagli stessi Apostoli.”.
Giustino ci parla di rinascita e cita Gv 3,5 mettendo in correlazione il battesimo cristiano con la rinascita da acqua e da Spirito Santo che Gesù ha inaugurato con la sua Pasqua e la tradizione apostolica ha trasmesso nei secoli.
Nel suo dialogo con Trifone l’Ebreo, Giustino scrive ancora sul battesimo queste parole: “… affrettati ad apprendere come puoi far tuo il perdono dei peccati e la speranza dell’eredità. Non esiste nessun altro modo fuorché questo: che tu accrediti il Cristo; che tu sia lavato nel lacro annunciato da Isaia [il Santo Battesimo]… “
L’altro grande padre della Chiesa Sant’Ireneo, proclamato dottore della Chiesa in questi giorni, precisamente il 21 gennaio 2022 da papa Francesco, scriveva così nell’anno 180: “… donando ai discepoli il potere di rigenerare in Dio, Egli disse loro: ‘Andate ed insegnate a tutte le nazioni, battezzate… ‘. Siccome il grano secco senza l’umidità non può diventare un impasto, non può diventare pane, così ancora noi che siamo molti non possiamo essere resi una cosa sola nel Cristo Gesù senza l’acqua proveniente dal Cielo… I nostri corpi ottengono l’unità tramite il lavacro… le nostre anime, invece, tramite lo Spirito. Entrambi, dunque, sono necessari.”
Come si può notare, questi primi scrittori cristiani parlando del battesimo utilizzavano il termine “lavacro con acqua“, mentre Tertulliano, nel 203, definisce questo atto rituale così primordiale e antico per i credenti col termine “battesimo“. Sul tema del Battesimo Tertulliano ci ha consegnato diversi scritti contro l’eresia gnostica, che non riconosceva l’efficacia del battesimo. Così l’antico scrittore introduce il suo trattato: “Un trattato circa il nostro Sacramento di acqua, mediante il quale i peccati della nostra passata cecità sono lavati via… non possiamo essere salvati in altro modo, solo risiedendo permanentemente nell’acqua.”
Oltre però al termine “lavacro”, il Battesimo è stato definito dai Padri della chiesa anche sigillo, segno e illuminazione. Questi appellativi sono tratti dalla Sacra Scrittura, ma anche dall’esperienza liturgica delle prime comunità credenti che celebravano il battesimo come passaggio iniziatico, capace di introdurre il neofita nella nuova vita da risorto, con Cristo.
Nel “Pastore di Erma”, nel 140, è scritto: “… prima che un uomo porti il nome del Figlio di Dio egli è morto. Ma quando egli riceve il sigillo egli pone la mortalità da parte e riceve nuovamente la vita. Il sigillo, dunque, è l’acqua. Essi discendono nell’acqua morti e ne escono vivi.”
Le parole di San Clemente Alessandrino, risalenti al 202, ci parlano invece di illuminazione: “Nel momento in cui veniamo battezzati noi siamo illuminati. Essendo illuminati, veniamo adottati come figli… Quest’opera è variamente chiamata grazia, illuminazione, perfezione, lavacro. Essa è un lavacro attraverso il quale noi veniamo purificati dai nostri peccati… “
Fina dai primi due secoli, quindi, troviamo pian piano una somiglianza nel pensare il Battesimo, nonostante i padri della Chiesa fossero tanti e vissuti in diverse regioni. A questo punto non ci sono dubbi: questa unione di pratica e di pensiero sull’esperienza rituale del Battesimo viene dal fondamento apostolico della prassi battesimale che è stata trasmessa dagli apostoli, per chi desiderava entrare nella comunità dei credenti in Gesù.
Origene, nel 244, ci mostra che già in epoca antica il battesimo venisse conferito anche ai bambini: “La Chiesa ricevette dagli Apostoli la tradizione di applicare il Battesimo anche agli infanti… sono presenti in tutti le macchie innate del peccato, le quali debbono essere lavate via tramite l’acqua e lo Spirito.”
Per concludere questa breve antologia sul pensiero dei Padri della Chiesa a riguardo del Battesimo, leggiamo le parole di Sant’Ambrogio, dal suo trattato De mysteriis, che risale al 390-391: “Voi avete letto, dunque, che i 3 testimoni nel Battesimo sono una cosa sola: l’acqua; il sangue e lo Spirito Santo e qualora sottraeste uno qualunque di questi il Sacramento del Battesimo non sarebbe valido. Poiché cosa sarebbe l’acqua senza la Croce del Cristo? Un elemento comune senza un effetto Sacramentale. Né d’altronde vi sarebbe alcun mistero di rigenerazione senza l’acqua: poiché “se uno non rinasce di acqua e di Spirito Santo non può entrare nel Regno di Dio” Persino un catecumeno crede nella Croce del Signore Gesù, mediante la quale egli è ancora segnato; però, a meno che egli sia battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo egli non può ricevere la remissione dei peccati, né ricevere il dono della grazia spirituale.”