Professata per intero, senza errori e mutilazioni. Solo così la fede porta frutti!
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DI GIOVEDI’ 20 GENNAIO 2022
Dal vangelo secondo san Marco 3, 7-12
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
COMMENTO
«Tu sei il Figlio di Dio!». I demòni non dicevano il falso riguardo a Gesù. Allora possiamo chiederci: perché Gesù non vuole che parlino? In fondo, in questa circostanza, stanno dicendo la verità!
Il fatto è che Gesù non vuole che di Lui non venga detta una verità parziale, oppure che insieme a cose vere vengano dette cose false. E noi sappiamo che il demonio è menzognero e padre della menzogna! La fede, perché possa portare frutti di bene nella nostra vita, deve essere professata per intero, senza errori e senza mutilazioni. Parlare di Dio in modo inesatto o incompleto non è cosa buona: non giova alla nostra salvezza. La fede, per essere efficace nella nostra vita e per giovarci a salvezza, deve essere professata pienamente, senza errori od omissioni. Togliere o modificare qualcosa dal deposito della fede che abbiamo ricevuto rende la fede inutile, anzi dannosa, perché crediamo che essa possa avvicinarci alla verità che salva, mentre invece ci abbandona sulla via dell’errore.