L’amicizia necessaria tra cosmologia e teologia
di Angelica La Rosa
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IN LIBRERIA DA OGGI, 20 GENNAIO 2022
Le scienze fisico-sperimentali escludono per metodo che la filosofia e la teologia possano entrare nel loro campo di ricerca. Eppure nel mondo antico, e soprattutto in quello greco, la conoscenza fu sempre intrecciata con l’oscurità del mistero: i primi filosofi furono dei fisici, cercatori delle cause dei fenomeni naturali, ma essi furono anche teologi. Nella loro indagine sulla natura non abbandonarono mai il legame col divino.
Nei secoli successivi, poi, il rapporto tra fede e ragione si sviluppò in una direzione sempre più favorevole alla ricerca razionale, relegando la metafisica a speculazioni apparentemente prive di utilità scientifica. Negli ultimi decenni, però, moltissimi fisici di fama mondiale (ad esempio Stephen Hawking e Carlo Rovelli), dichiaratamente atei, si sono fatti portatori di domande filosofiche e teologiche.
Nel suo libro “La verità nell’abisso – L’amicizia necessaria tra cosmologia e teologia” (Edizioni La Fontana di Siloe, pagine 240, 22 €, nelle librerie da oggi) il professor Antonio Nasuto mostra come l’affermazione e la negazione di Dio, il mistero e la sua decostruzione, siano in realtà necessari l’uno all’altro, elementi fondamentali per mantenere vitale la ricerca scientifica.
Nasuto, dopo aver studiato teologia con i gesuiti di Napoli e di Roma, e la laurea in Filosofia presso l’Università Federico II di Napoli, ha insegnato nei licei. È autore dei due libri “Primo comandamento. Paure cosmologiche e fondazione del mondo” (Persiani, Bologna 2014) e “Principio femminile. Traversando l’abisso: la profondità delle donne” (Persiani, Bologna 2017).