Ecco la vera bellezza e grandezza di un matrimonio
di don Giuseppe Agnello
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COMPRENDIAMO MEGLIO CHE COSA SUCCEDE A CANA DI GALILEA E CHE COSA VUOL DIRE CHE GESÚ
II Domenica del T.O. anno C, 16 Gennaio 2022
Is.62, 1-5; Sal 96 [95], 1 Cor 12, 4-11; Gv 2, 1-11
Gesù continua a manifestarsi per quello che è e per quello che vuole comunicarci. Oggi si manifesta come Sposo dell’umanità e della Chiesa sua primizia; e ci insegna che la vera e duratura gioia viene dalla sua redenzione e dalla corredenzione di Maria, sua e nostra Madre. Tutte le letture convergono nello stesso punto: Il Signore trova la sua delizia nella sua sposa fedele, nella sua sposa purificata, nella sua sposa ricca di doni.
Essendo Egli Dio, dobbiamo comprendere che questo matrimonio lo ha voluto Lui; lo ha preparato Lui scegliendo la Sposa; lo ha celebrato Lui procurandoci la fede; ed è Lui che può custodire la gioia di questo matrimonio fino alla fine. Nei matrimonî in cui è in azione solo la buona volontà degli sposi, la giòia del primo giorno di nozze, piano piano sfuma e scompare, se non c’è fra gli sposi il Signore che nel Vangelo di oggi sa conservare il vino buono fino alla fine. Capite bene allora che quello che succede a Cana di Galilea è solo l’occasione per farci capire la bellezza e grandezza di un matrimonio ben più importante di quello di quei due sposi di cui non sappiamo il nome, né l’età, né il grado di parentela con la Madonna, visto che c’era invitata a nozze anche lei, con Gesù e i suoi discepoli.
Isaia diceva: «Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo» (Is 62, v.4).
Il Salmo 95, come risposta a questa promessa, ci lascia ben intendere che ciò che il Signore ha compiuto per Sion è dono di salvezza per tutti i popoli: infatti abbiamo detto: «Cantate al Signore, uomini di tutta la terra…Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza». Solo se la promessa fatta a Gerusalemme riguardava tutti si può capire la gioia in cui sono coinvolti tutti i popoli. Solo se la salvezza ha sposato una terra prima desolata, tutti gli abitanti della terra pòssono annunciare la salvezza del Signore. In questo contesto comprendiamo meglio che cosa succede a Cana di Galilea e che cosa vuol dire che Gesù «manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in Lui» (Gv 2, v.11b). Gli sposi al centro di questa scena di vita matrimoniale sono Gesù e Maria: Gesù è lo Sposo che come ora delle sue nozze ha scelto l’ora della Passione e della morte in Croce. Maria è la Sposa dello Spirito Santo che ha concepito il Figlio di Dio, per la potenza dell’Altissimo e per opera appunto dello Spirito Santo, ed è la prima creatura che fin dal suo concepimento immacolato riceve la purificazione che avviene nell’ora in cui Gesù verserà il suo sangue per noi. Le «sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei» (Gv 2, v.6), allora (che prima dell’intervento di Maria contenevano solo acqua e che dopo la sua richiesta al Figlio conterranno solo vino buono), sono il segno di questo merito di Gesù e di Maria: loro due insieme provvedono alla purificazione della creazione e dell’uomo in particolare. Il vino, dunque, della festa, non è necessario a permettere qualche brindisi in più (ciascun’anfora conteneva “da ottanta a centoventi litri” e vi renderete conto che tutto il vino ottenuto con un tale miracolo sarebbe bastato a una Oktoberfest piuttosto che a un matrimonio in Palestina). Il senso di tutto questo è dirci chi è lo Sposo che ci salva; chi è la Sposa salvata per prima per trascinare con sé tutta l’umanità di cui è parente; qual è la purificazione che ci può dare la vera gioia.
Maria Santissima, dunque, anche in questo brano del Vangelo risulta essere Corredentrice, tanto quanto nella profezia di Simeone e sotto la Croce. Nel Tempio, quando con san Giuseppe aveva presentato Gesù bambino per la circoncisione, il vecchio Simeone le aveva detto: «anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2, v.35). Noi sappiamo che questa spada è la croce sui cui fu inchiodato suo Figlio. A quel dolore Maria deve partecipare con tutta la sua anima e così operare con il Figlio la purificazione dell’umanità.
Dunque Maria non ha una particina marginale nella storia della salvezza: non è una figura secondaria che vuole scalciare per comparire in posti che non le spettano: una sposa ha il diritto di essere al centro dell’attenzione non solo dello sposo, ma anche degli invitati a nozze. Non esiste matrimonio, se manca la Sposa. Ora sarebbe insensato pensare che l’umanità può giustamente essere considerata la Sposa di Cristo e non può la sua benedetta Madre essere la primizia di questa umanità, come lo è la Chiesa che in lei ha il suo modello. Inoltre le sue parole: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2, v.5) ci fanno comprendere bene che Maria è tutta orientata verso Gesù; porta a Gesù; vuole che nessuna parola di Gesù venga trascurata e che a Lui si obbedisca.
Dunque impariamo a dare nella nostra vita la giusta importanza alla Mamma e Sposa sempre pronta a soccorrerci, aiutarci, educarci per portare la gioia che non passa nella nostra vita. Il suo Rosario, preghiera troppo trascurata ancora fra molti cristiani, è la vita dello sposo che lei non si stanca di contemplare. Pregarlo è vittoria sul male e gioia assicurata, per tutte le grazie che attraverso di esso piovono a noi e al mondo intero.