Dopo il Covid una altro mortale pericolo: l’astensionismo
di Pietro Licciardi
–
PREPARIAMOCI A VOTARE, A QUALSIASI COSTO E VINCENDO OGNI COMPRENSIBILE NAUSEA SE VOGLIAMO PROTEGGERE QUEL BARLUME DI LIBERTA’ CHE CI RESTA
Le elezioni politiche per il rinnovo delle camere dovrebbero tenersi nel 2023, sempre che i partiti al governo, Pd e M5S, non si inventino qualche escamotage per rinviare una scadenza che quasi sicuramente decreterebbe la ulteriore liquefazione dei pentastellati e assesterebbe un altro sonoro schiaffone ai “democratici” di Letta.
Qualcuno però ventila anche uno scioglimento anticipato già in questo 2022 se Mario Draghi dovesse candidarsi al Quirinale e lasciare la poltrona di capo del governo.
In entrambi i casi si profila un grave pericolo per l’Italia e per chi ne ha a cuore le sorti: l’aumento esponenziale dell’astensionismo, che nelle ultime elezioni amministrative in alcune città importanti come Napoli ha raggiunto la cifra record del 60%
Nutrire una forte repulsa per una politica che si è dimostrata incompetente, incapace di gestire in maniera efficace e coerente la pandemia, assumendo a colpi di decreti legge misure confuse, contraddittorie, talvolta ridicole, e che ha portato l’Italia oltre il baratro economico e sociale è più che comprensibile.
Soprattutto se pensiamo a quei cittadini che hanno dovuto subire la inqualificabile campagna calunniosa e denigratoria scatenata proprio dal governo e dai partiti che ne fanno parte, PD e Cinque Stelle, perché rifiutandosi di abdicare al buon senso e alla ragione chiedevano di veder garantito un diritto costituzionale, ovvero di avere informazioni corrette e chiare sui “miracolosi” vaccini; che poi tanto miracolosi non sembrano affatto.
Perfetti capri espiatori per l’incompetenza di chi non è riuscito a contenere i contagi nonostante i ripetuti lookdown, le restrizioni, le somministrazioni di una, due, tre… dosi di vaccino. Senza considerare l’indicibile nausea per un governo che, così facendo, ha fomentato l’odio sociale e una divisione da guerra civile, anziché la concordia in un momento così difficile per la nazione.
Ma è proprio la costatazione di tutto ciò che costituisce un buono, anzi ottimo, motivo per vincere lo schifo e andare, anzi correre, alle urne.
Lo dobbiamo fare non solo e non tanto per mandare a casa in blocco gente del tutto indegna del ruolo che ricopre ma soprattutto per salvare quel poco di libertà che ci resta.
In questi lunghissimi mesi infatti abbiamo assistito ad chiaro tentativo di realizzare una vera e propria dittatura, con in sé le caratteristiche dei passati regimi nazista e sovietico, con in più il controllo totale delle nostre vite resto possibile dalle nuove tecnologie, come avviene nella Cina di Mao-Xi Jiping. Si pensi al famigerato green pass al cui possesso è subordinata la possibilità di fare spese, andare in banca o negli altri uffici pubblici, entrare in un ospedale
Ebbene, tutto questo deve cessare e l’unico modo perché ciò avvenga è mandare a casa una volta per tutte chi ha nel proprio Dna il gene del totalitarismo, comunista (Pd) o giacobino (M5S) che sia.
Ma questo non avverrà se a votare ci andrà il 50% degli italiani, perché in questo caso c’è da scommettere che l’80% di questi elettori sarà composto da quello zoccolo duro di pecore ideologizzate, di privilegiati, di radical chic, servi sciocchi e leniniani “utili idioti” che hanno sempre fatto e continuano a fare da stampella alla peggiore sinistra di sempre. E così dei 600 tra deputati e senatori delle nuove Camere riformate, 500 saranno del PD, sopravvissuti del M5S e partitini vari di sinistra.
A quel punto Draghi, o il suo sinistro omologo, governerà a reti unificate Rai e tutti noi leggeremo il suo programma di governo stampato nella versione italica del Mein Kampf.