Il percorso romualdino-camaldolese in Italia: difenderne la memoria così da difendere la nostra meravigliosa identità cristiana
PRESERVARE LA STORIA È FONDAMENTALE PER SALVARE L’IDENTITÀ DELLE COMUNITÀ LOCALI E COSTRUIRE UN FUTURO CHE SI BASI SUI VALORI PROFONDI CHE NE HANNO CONSENTITO LO SVILUPPO. OCCORRE RESTAURARE QUINDI NON SOLO GLI EDIFICI, MA ANCHE I SIGNIFICATI CHE ESSI RAPPRESENTANO. È QUESTO L’OBIETTIVO DEL CAMMINO ROMUALDINO-CAMALDOLESE IN UMBRIA, PROMOSSO DAL COMUNE DI UBERTIDE (PERUGIA) CON INTERESSANTI INIZIATIVE IDENTITARIE E STUDI STORICO-RELIGIOSI
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Di Vincenzo Silvestrelli
Nel comune di Umbertide, in provincia di Perugia, è situata l’abbazia di Montecorona, che fu a capo di una congregazione camaldolese che ancora oggi ha delle comunità in Italia e all’estero.
L’abbazia fu fondata intorno al 1008 e divenne sede principale dei Camaldolesi coronesi, fondati dal beato Paolo Giustiniani, un nobile veneziano, che nel 1520 ebbe dal Pontefice Eugenio IV l’autorizzazione a procedere alla riforma dell’Ordine, ritornando all’eremitismo di San Romualdo. Dopo varie peregrinazioni Giustiniani si stabilì nell’appennino umbro-marchigiano e, nel 1525, fondò la nuova congregazione che poi ebbe la sua sede principale nell’abbazia di San Salvatore.
L’abbazia fu espropriata da Napoleone Bonaparte prima e dai piemontesi poi durante il “Risorgimento”, con l’acquisizione ad asta da parte dei privati.
Al fine di sviluppare la conoscenza del luogo e promuovere un nuovo cammino romualdino-camaldolese il Comune di Umbertide ha istituito un Comitato scientifico per approfondire il tema coinvolgendo studiosi, enti ed Associazioni in gradi di portare un contributo prezioso di conoscenze e competenze.
I monaci camaldolesi erano stati protagonisti della valorizzazione agraria della alta valle del Tevere, attraverso la regolazione delle acque e la diffusione di nuove pratiche agrarie. Avevano insediamenti fra Umbria e Toscana, a Sansepolcro, Anghiari, Dicciano, Pianettole, Tifi, Bolsemolo, Camaldoli.
Un altro percorso di insediamenti camaldolesi va verso le Marche, terminando nell’eremo di Fonte Avellana, citato da Dante nella Divina Commedia.
Le comunità locali nascono da una storia la cui memoria va coltivata e difesa. Il caso di Montecorona è emblematico. Il Comune è stato retto dal dopoguerra da amministrazioni comuniste che vincevano le elezioni con percentuali bulgare e non hanno mai dato rilievo adeguato alla presenza di un complesso storico e architettonico di grande importanza culturale e religiosa. La nuova giunta comunale di centrodestra è stata eletta nel 2018 e procede oggi a sanare queste carenze storica grazie all’impegno in particolare del sindaco Luca Carizia (Lega). La difesa della storia contribuisce a preservare l’identità, specialmente in un tempo di globalizzazione selvaggia.
I temi della spiritualità camaldolese sono la cura della natura attraverso un rapporto equilibrato di uso e rispetto e la ricerca di una vita più lenta e più significativa. Si tratta di elementi che attraggono e spesso garantiscono anche il successo turistico, con i cammini che conducono alla scoperta dei valori profondi delle nostre terre per le persone che vi si avventurano allo stesso modo di coloro che pellegrinano verso Santiago e nelle varie vie francescane. Il Comune di Umbertide, in questo suo nuovo progetto di recupero identitario e religioso, potrà utilmente “restaurare” non solo gli edifici, ma anche i significati dell’Umbria, terra di santi e di spiritualità.