Tra multilateralismo e derive dottrinali, L’Europa sta perdendo la rotta
PREPARIAMOCI A UNA NUOVA ONDATA DI MISURE RESTRITTIVE
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Di Gian Piero Bonfanti
Si è tenuto in questi giorni a Roma il G20, incontro a cui hanno partecipato le varie rappresentanze degli stati élite ed in cui hanno “deciso le sorti del mondo”.
Per fare gli onori di casa e per far capire il tenore del summit, mr. Mario Draghi, ha aperto i lavori tuonando: “Abbiamo affrontato il protezionismo, l’unilateralismo, il nazionalismo. La pandemia ci ha tenuti distanti, e lo ha fatto con tutti i nostri cittadini. Ma non dobbiamo fare errori. Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi, è l’unica soluzione possibile”.
Per essere chiari dobbiamo innanzitutto spiegare che il multilateralismo è quell’orientamento ad assumere politiche comuni e coordinate in luogo di decisioni unilaterali o azioni bilaterali.
Ciò significa che la visione sovranista, federalista, o come la vogliamo chiamare, per questi signori è tramontata, è acqua passata, kaputt.
In sintesi, le decisioni devono essere prese da questo gruppo ristretto di persone e devono essere calate sulla testa di tutti noi, a costo di sacrifici e cieca ubbidienza.
Questo è il motivo principale per cui le affermazioni degli ultimi giorni della Polonia, la quale rivendicava sostanzialmente di non voler subire “interferenze” da parte dell’Europa nella gestione del proprio paese, abbiano dato molto fastidio.
Le multe vertiginose inferte al paese “dissidente” sono la punizione nei confronti di chi ha reclamato una sovranità nazionale e saranno di monito a chiunque voglia rivendicare una posizione similare.
Ricordiamo infatti che quanto dichiarato da Piotr Muller, portavoce del premier polacco Mateusz Morawiecki, è costato una condanna particolarmente onerosa per il proprio paese.
La Polonia deve infatti pagare 1 milione di euro al giorno per aver tra l’altro affermato:
“L’Ue è una comunità di Stati sovrani governati da regole chiare. Mostrano una chiara divisione delle competenze tra Ue e Stati membri. La questione dell’organizzazione della magistratura è di competenza esclusiva degli Stati membri”.
Il viceministro della giustizia polacco Sebastian Kaleta ha definito questa sanzione “un ricatto”.
Sicuramente è una posizione determinata quella del Paese che ha dato il natale a San Giovanni Paolo II, tuttavia sarà un precedente che sarà importante per comprendere quali saranno le sorti del mondo decise, come dicevamo, a tavolino nella “stanza dei pochi”.
A questo punto ci si chiede perché l’intervento dell’Europa nei confronti della Polonia sia stato così invasivo ed invece nei confronti dell’Italia, nonostante i gravi fatti accaduti a Trieste il 18 ottobre scorso, l’Europa non si sia fatta sentire.
Abbiamo visto che le decine di migliaia di persone scese in piazza a Trieste si sono guadagnate per ora solo getti di acqua gelida e manganellate. Dal Governo è calata la totale indifferenza.
Anche le risposte che sarebbero dovute giungere dal Consiglio dei Ministri, come promesso dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il pentastellato Stefano Patuanelli, non sono arrivate.
Questa è la dimostrazione di quanto poco contino oggi i ministri del nostro governo, di quanto sia inconsistente il nostro sistema democratico e di chi realmente stia conducendo il paese.
Eppure le piazze sono sempre più gremite, gli animi sono sempre più accesi ed il punto critico è sempre più vicino.
Come carri armati i “potenti” proseguono nella loro marcia, ed invece di fornire soluzioni a chi sempre più faticosamente cerca di arrivare a fine mese, prevedono nuovi sacrifici e tassazioni per la nuova emergenza mondiale: l’ambientalismo.
Prepariamoci dunque a questa nuova ondata di misure restrittive che investirà tutti noi e nel nome della quale le prove generali effettuate durante la “pandemia” verranno applicate nel nome di questa nuova religione naturalistica.
Attenzione quindi alle nuove religioni, alla new age ed alla esaltazione dell’ambientalismo, nel nome di una nuova religione.
Tra “om” e derive dottrinali stiamo andando verso una snaturalizzazione della nostra religione, e questo sarà solo controproducente.
È necessario più che mai oggi difendere la nostra fede in Cristo mantenendo integra la nostra religione cattolica come insegnata dal nostro magistero bimillenario della Chiesa.
Come disse Gesù infatti: “Senza di Me non potete far nulla” (dal Vangelo di San Giovanni 15,5).