Il Demonio è il “sommo male” cui cediamo ogni volta che ci discostiamo dalle Leggi di Dio
PERCHE’ C’E’ IL MALE?
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Di Matteo Castagna
La sofferenza, soprattutto in tempi di crisi e decadenza quali i nostri, è motivo di profonda riflessione. Perciò, attraverso l’insegnamento dei Padri e Dottori della Chiesa, cercherò di dare una spiegazione all’interrogativo, che l’uomo si poneva ben prima della venuta di Cristo: “perché c’è il male?”
Sant’ Agostino, nel suo Sulle due anime, opera scritta contro i Manichei, si poneva questa domanda: “E’ mai possibile all’uomo conoscere il male supremo senza conoscere il Bene supremo?”
Poiché “il male è privazione del Bene”, non può esistere senza il Bene: dal punto di vista ontologico il male esiste solo perché c’è il Bene e quindi il primo presuppone strutturalmente il secondo. Perciò, anche dal punto di vista gnoseologico, la conoscenza del Bene è prioritaria, in quanto costituisce l’indispensabile presupposto per la conoscenza del male.
Sant’Agostino risolve la problematica nel trattato “la Natura del Bene”, composto verosimilmente nel 399. “Il Bene supremo al di sopra del quale non c’è niente è Dio – sostiene Agostino – e “per questo è un Bene immutabile ed eterno”. Le origini di questa dottrina risalgono, addirittura, a Platone, che nel suo Fedone ne ha dato quella formulazione che si è subito posta come un paradigma metafisico, punto di riferimento irreversibile. Sant’Agostino parla di Dio come essere immutabile ricordando le Sacre Scritture: “Io sono Colui che sono; e ai figli di Israele dirai: Colui che è, mi ha mandato”. E’ un richiamo a quel famoso testo dell’ Esodo, cui Agostino fa nelle sue opere un riferimento continuo. A conferma di ciò che sostiene Sant’Agostino vi sono anche passi dei Salmi, della Sapienza, di S. Paolo, San Giacomo e San Giovanni, in cui si ribadisce chiaramente che Dio è immutabile e incorruttibile. Ogni bene proviene da Lui. Opera di Lui è tutto ciò che è per natura, perché tutto ciò che è per natura è buono. Ogni natura è buona e ogni bene è ad opera di Dio; dunque ogni natura è ad opera di Dio.
Il termine natura, in questo contesto, significa realtà, ovvero ciò che ha essere. La creazione dal nulla (ex nihilo) da parte di Dio permette di poter dire che tutto deriva da Dio-Bene supremo. Perciò, essendo il Male la privazione del bene, significa che il peccato non può venire da Dio perché esso non conserva la natura ma la vizia. I peccati dipendono dalla volontà dei peccatori, come le Scritture attestano in molti modi. S. Agostino scrive: “il peccato o l’iniquità non è il desiderio di nature cattive, ma la rinuncia a nature migliori”.
Pertanto, il male non dipende dalle cose e da chi le ha create, bensì dall’uso scorretto che di essere viene fatto dall’uomo tramite un utilizzo erroneo del libero arbitrio, difforme rispetto al bene, con una scelta di ciò che è inferiore in luogo di ciò che è superiore: perciò l’iniquità non sta nelle cose, ma solamente nella volontà.
E’ proprio sulla questione della volontà che il pensiero cristiano diventa veramente rivoluzionario nell’ambito dell’etica e dell’antropologia rispetto al mondo classico, soprattutto greco. Nelle Confessioni, Sant’Agostino sostiene che il male è “un pervertimento della volontà che si torce da te, Dio, sostanza somma, verso le cose infime, e fa getto delle proprie viscere e si gonfia al di fuori”. E poi, continua: “…la volontà, distolta dall’immutabile e comune bene e rivolta ad un bene proprio, o ad un bene esteriore o inferiore, pecca”. Così, l’uomo, reso superbo, curioso e lascivo, si fa prendere da un’altra vita, che paragonata alla vita superiore, è una morte; tuttavia essa è regolata dal governo della divina provvidenza, che ordina ogni cosa nelle sedi adatte e distribuisce a ciascuno il suo, secondo i meriti.
Male è distogliersi dal bene immutabile e rivolgersi ai beni mutevoli, che non è forzato ma volontario, dal quale consegue una degna e giusta pena di infelicità. Dal peccato originale in poi, l’uomo ha voluto cedere alle tentazioni del Demonio, primo fra tutte le creature, a disobbedire al Sommo Bene, col suo famoso non serviam! che ebbe come conseguenza la caduta negli Inferi.
Il Demonio è il Sommo male, cui cediamo ogni volta che ci discostiamo dal Sommo Bene, ossia dalle Leggi di Dio. Gesù Cristo, sommo Bene, consustanziale al Padre celeste, ci ha donato altri mezzi cui ricorrere per redimerci. La Confessione sacramentale è il più importante e odiato da Satana. Padre Pio passò la maggior parte del suo tempo a confessare, per questo il diavolo se la prendeva con lui in maniera feroce. Lo picchiava perché portava le anime a Dio, strappandole dalle sue mani malefiche e maliziose. La Vita in stato di Grazia pone al riparo da molti mali. Rifuggire scusanti ed alibi è un altro fondamentale esercizio della volontà, rivolto al bene supremo ed eterno. Da questo capiamo quanto possiamo fare per noi e per gli altri e quanto possiamo raggiungere attraverso una volontà diretta verso i 10 comandamenti ed i precetti della Chiesa.
Credo ut intelligam, intelligo ut credam! “Credo per comprendere, comprendo per credere”. Con queste parole, Sant’ Agostino afferma che condizione e fondamento della ricerca razionale debba essere la fede; d’altra parte l’uomo, grazie all’intelletto, può accogliere e comprenderne meglio i contenuti e così aderire al Sommo Bene, sapendo rialzarsi dalle cadute, coi mezzi che Cristo ha dato alla Chiesa Cattolica.