Da quando l’aborto è stato legalizzato l’incidenza del cancro al seno è aumentata del 40%
NEGLI STATI UNITI STA EMERGENDO CHE IL COLLEGAMENTO CANCRO AL SENO/ABORTO È UN RISCHIO REALE
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Di Angelica La Rosa
“Ottobre è il mese della consapevolezza del cancro al seno, questione di cui l’establishment medico-sanitario non vuole sapere. Ma le donne siano consapevoli che il collegamento tra aborto e cancro al seno è reale“, ha affermato la dott.ssa Jennifer Roback Morse, presidente del Ruth Istitute.
In un recente episodio della trasmissione onl Dr. J Show, la dott.ssa Morse ha intervistato Joel Brind, un ricercatore medico laureato in biologia ed endocrinologia che ha studiato il collegamento fra aborto e cancro al seno per quasi trent’anni. Nel suo intervento il dott. Brind ha sostenuto che la maggior parte dei ricercatori sul cancro sono ben consapevoli della connessione, ma fanno di tutto per metterla in sordina per ragioni puramente politiche.
Nell’intervista Brind ha denunciato come il National Cancer Institute abbia ostacolato i suoi sforzi personali per raccogliere informazioni accurate sul collegamento aborto/cancro.
La d.ssa Morse ha osservato in proposito: “La ‘cultura dell’annullamento’ risale a più di quanto la maggior parte delle persone possa credere. Il lavoro del Dr. Brind è stato ‘cancellato’ solo negli anni 1990″.
“I fatti sono innegabili – ha continuato la Morse -. L’American Cancer Society afferma che una donna su otto svilupperà un cancro al seno invasivo nel corso della sua vita. Tuttavia, secondo la dottoressa Angela Lanfranchi, che ha trascorso decenni a studiare il collegamento aborto/cancro, da quando l’aborto è stato legalizzato negli Stati Uniti nel 1973, l’incidenza del cancro al seno è aumentata del 40%”.
La presidente del Ruth Institute ha quindi aggiunto: “statisticamente, mentre il 15% delle donne che fumano si ammala di cancro, il 5-10% delle donne che hanno abortito si ammala di cancro al seno. Entrambi sono indicatori forti, eppure l’establishment medico fa del suo meglio per ignorare o ridicolizzare l’idea che potrebbe esserci una connessione tra il cancro al seno e l’interruzione indotta di una gravidanza”. C’è anche da rilevare che “Brind, Lanfranchi e i loro colleghi hanno fatto una meta-analisi di 20 studi su donne dell’Asia meridionale che mostrano una relazione tra cancro al seno e l’aborto. Eppure neanche la possibilità di una tale connessione è oggetto dei contenuti della campagna di sensibilizzazione sul cancro del mese in corso”.
Morse ha spiegato il motivo che sta dietro gli sforzi per evitare di far conoscere il collegamento: “la Rivoluzione Sessuale ha creato una grande narrativa ‘Sex Positive’ per convincere le persone che l’attività sessuale è un diritto per chiunque sia in grado di prestarvi un consenso. Se l’aborto presentasse svantaggi, rischi o problemi significativi, come sarebbe con un aumento del rischio di contrarre il cancro al seno, considerare il sesso occasionale come un diritto non avrebbe più senso!”.