Padre Zappatore: “Giovanni Paolo II mi mostrò che portava lo scapolare del Carmelo”

Padre Zappatore: “Giovanni Paolo II mi mostrò che portava lo scapolare del Carmelo”

di Bruno Volpe

QUELLA VOLTA IN CUI GIOVANNI PAOLO II PARLÒ IN ROMANESCO…

Svelato il mistero in cui quella volta Giovanni Paolo II parlò in romanesco. Dietro quella simpatica pasquinata un parroco romano ed un noto fotografo. Ma andiamo con ordine attraverso questa intervista che ci ha rilasciato padre Lucio Zappatore, storico parroco a Torre Spaccata e direttore del coro dei bambini tanto caro al Papa.

Che cosa spinse  Giovanni Paolo II a leggere quel pizzino con le ormai famose frasi in romanesco?

“Ci fu in Vaticano il tradizionale incontro con i parroci romani, quello che avveniva dopo il Mercoledì delle Ceneri e Giovanni Paolo II aveva detto che si sentiva più romano che cracoviense avendo vissuto a Cracovia da vescovo 24 anni e a Roma 25. E allora prendendo la palla al balzo e sapendo che in ogni visita il Papa diceva qualche cosa nella lingua del posto, suggerii che dicesse qualcosa in romanesco. Gli fu presentato un foglietto con qualche cosa in dialetto romano e lui scelse le tre frasi ormai famose, ma erano molte di più”.

Lei non sapeva chi le avesse materialmente redatte…

“No. Mi informai alla Casa Pontificia e negarono. Poi  venni a sapere che l’autore era stato il famoso fotografo Mari”.

Lei ha cantato per il Papa con i piccoli cantori di Torrespaccata…

“Lui amava la musica. Una sera tardi il suo segretario don Stanislao ci convocò di corsa alla sua residenza estiva dopo cena per cantare con lui e si fece coinvolgere. Gli piaceva il Bolero di Ravel che ritmava con le sue mani”.

Era devoto alla Madonna del Carmelo?

“Quando venne in Parrocchia da noi non ebbe alcuna difficoltà a mostrare che sotto l’abito bianco portava lo scapolare del Carmelo al quale era consacrato”.

Che eredità le lascia?

“Un uomo che sapeva tenerti con il fiato sospeso, davvero un santo. Entrare in contatto con lui garantiva pace e serenità. Persona dotata di profonde immense doti umane. Ogni volta che lo sentivo restavo a bocca aperta, ma sapeva scherzare”.

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