Sono in molti a diffidare degli inviti, accompagnati da non velati ricatti come il Green pass, a vaccinarsi…
QUEL RAPPORTO SUI VACCINI DELL’AIFA…
–
A cura di Pietro Licciardi
In mancanza di informazioni certe e univoche sull’effettiva pericolosità dell’epidemia da Covid-19 e soprattutto sulla effettiva opportunità ed efficacia della campagna di vaccinazione sono in molti a diffidare degli inviti, accompagnati da non velati ricatti come il Green pass, a vaccinarsi. Cerchiamo perciò di fare un po’ di luce attingendo a fonti che dovrebbero, si spera, essere super partes; come l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha pubblicato sul suo sito il settimo Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, che raccoglie i dati da dicembre 2020 a luglio 2021
Ricordiamo che L’Aifa è l’ente pubblico che provvede ad assicurare i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia di tutti i farmaci. Lavorando in collaborazione con le regioni, l’Istituto Superiore di Sanità e con gli istituti di ricerca a carattere scientifico, è l’Agenzia a rilasciare l’autorizzazione all’immissione in commercio.
Intanto si legge, nell’introduzione al Rapporto che «Nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi», e questo chiunque lo sa, o almeno ne dovrebbe essere consapevole, e lo accetta, ma subito dopo si dice che «Servirsi di un farmaco in maniera corretta, ponderata e consapevole è responsabilità di tutti», quindi, se la lingua italiana non è una opinione anche di chi questi farmaci li deve assumere; il che male si concilia con l’obbligo vaccinale imposto dal governo e soprattutto con le insinuazioni e le minacce che dal primo ministro Mario Draghi al presidente Mattarella fino a certi tristi figuri del “Comitato scientifico” rivolte a chi in maniera del tutto legittima si dimostra prudente o chiede informazioni ragionevolmente certe su effetti ed efficacia su un farmaco ancora sperimentale.
Ma torniamo al Rapporto.
Secondo quanto si legge sono state somministrate 65.926.591 dosi di vaccino per lo più a soggetti compresi nella fascia di età da 40 a 79 anni. Il 57% delle somministrazioni sono state per la prima dose, il 43% per la seconda dose. Le sospette reazioni avverse sono state 84.322 registrate per lo più in soggetti dai 20 ai 59 anni. Il tasso di segnalazioni per dose è stato di 160 ogni 100.000 somministrazioni alla prima dose e 86 ogni 100.000 somministrazioni alla seconda dose. Per reazione avversa si intende una risposta nociva e non intenzionale a un farmaco o a una vaccinazione per la quale è possibile stabilire una relazione causale con il farmaco o la vaccinazione stessa.
L’87% delle 84.322 reazioni avverse sono state definite “non gravi” mentre il 12,8% sono risultate “gravi”; lo 01% non è stato definito. Le fasce di età in cui si è avuto il maggior numero di segnalazioni di eventi avversi è 30-39 anni (tasso di segnalazioni 255,4 alla prima dose; 186,6 alla seconda dose) seguita dalla fascia 20-29 anni ( tasso 206,5 alla prima dose, 188,7 alla seconda dose). A seguire le fasce di età 40-49 e 50-59 anni con tassi rispettivamente di 228,1 e 200,8 alla prima dose; 135,7 e 111,7 alla seconda dose.
Le reazioni avverse sono state registrate in maggior numero tra le donne (72%) mentre per gli uomini la percentuale è del 27%. Una differenza che si mantiene anche all’interno delle diverse classi di età. E qui ci permettiamo di aprire una piccola parentesi per sottolineare come la natura smentisce in maniera clamorosa – se mai ce ne fosse ancora bisogno – che uomini e donne sono uguali e che un uomo, o una donna, che nasce uomo, o donna, tale rimane nonostante gli artifici ideologici e chirurgici o i “concetti antropologici” che si decide di imporre.
Le reazioni ai vaccini Covid-19, si legge ancora nel Rapporto Aifa, sono state registrate per lo più al momento della inoculazione (41.302) o il giorno successivo (25.459); 5.471 dopo oltre una settimana e 2729 in tempi successivi. I decessi segnalati sono 498, 343 dei quali dopo la prima dose e alcuni dopo 133 giorni. Nessuno dei decessi è avvenuto in seguito a shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, mentre è frequente la correlazione con complicanze di patologie già presenti prima della vaccinazione. Quindi, supponiamo noi, il vaccino può avere l’effetto di aggravare patologie preesistenti e magari al momento sotto controllo.
Gli eventi registrati sono stati in prevalenza febbre e stanchezza, patologie del sistema nervoso, prevalentemente cefalea, parestesie e disturbi del sonno, le patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, per la maggior parte mialgie, artralgie e dolore muscoloscheletrico e le patologie gastrointestinali, in genere nausea, vomito e diarrea. In alcuni casi si sono avute paralisi facciali, e la miocardite/pericardite (il cui tasso è rispettivamente 5, 4 e 3 casi ogni milione di dosi somministrate).
Fin qui i dati forniti dal Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di cui tralasciamo la disamina per ciascuna tipologia di vaccino.
Concludiamo desumendo alcune considerazioni. La prima è che soltanto poco più di metà della popolazione si è vaccinata con almeno una dose, pertanto c’è da aspettarsi che anche il numero delle reazioni avverse subisca un incremento almeno doppio considerato l’andamento fin qui più o meno costante delle segnalazioni arrivando ad una cifra vicina ai 160mila, lo stesso per gli eventi “gravi”, attualmente poco più di 10mila, e i morti, che potrebbero superare il migliaio. Occorre anche tenere in considerazione il fatto che il monitoraggio sui decessi è effettuato in modo “passivo”, ovvero attraverso la segnalazione spontanea da parte degli operatori sanitari. In presenza di un tasso di mortalità fin qui accertato da parte dell’Aifa dello 0,6% c’è da chiedersi a quanto ammonterebbe il numero dei morti da vaccino se si passasse ad un monitoraggio attivo, ovvero accertando completamente tutti gli eventi avversi, attraverso un processo pre-organizzato continuo, magari eseguendo d’ufficio autopsie su tutti i soggetti vaccinati deceduti per eventi non traumatici. Se l’obbiettivo è di vaccinare l’80% della popolazione, ovvero 48 milioni di persone, fate voi il calcolo dei potenziali decessi.
Grazie per portare un po’ di verità. I dati che ascoltiamo in televisione o leggiamo sui giornali sono ossessivi e falsificati, i numeri delle morti e delle reazioni avverse sono molto superiori a quanto raccontato dalla narrativa covid. Quello che è ancor più criminale è la posizione della CEI, della pontificia accademia per la “vita” e di alcuni vescovi che “raccomandano” se non impongono la vaccinazione a sacerdoti e suore, così in poco tempo ci ritroveremo senza clero, visto che ora è obbligatorio anche per entrare in seminario. Ridurre il clero, lo scopo della massoneria.