Si arriva all’assurdo di stare lontani gli uni dagli altri
QUALE RIMPROVERO È SAN PAOLO PER PRETI E VESCOVI MUTI E IMBOSCATI!
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
A Paolo è stato mostrato “il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi“ (Col 1,26), anche se egli non è vissuto tre anni con Gesù come gli altri Apostoli.
È Dio stesso che glielo ha rivelato e lo ha mandato ai pagani per annunziarlo. Cristo è “speranza della gloria” (v.27); in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (2,3).
Paolo non bada a fatiche e sostiene dure lotte per il Vangelo di Cristo. “È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo” (1,28).
Scrive ai fedeli di Colossi e di Laodicea, “perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo” (2,2).
Compiere questa missione gli dà una soddisfazione così grande da fargli affrontare tutto. D’altra parte, le sue sofferenze completano “ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (1,24). Quale rimprovero per preti e vescovi muti e imboscati!
Per guarire un malato in giorno di sabato, Gesù supera la legge mosaica e si attira le ire dei farisei. Dio è Amore e la sua Legge è amare; le prescrizioni non devono imbrigliare l’amore, ma dirigerlo al meglio.
Oggi, per causa delle disposizioni eccessive delle autorità sanitarie, si arriva all’assurdo di stare lontani gli uni dagli altri e non dare più cura ai propri cari più anziani e bisognosi.