Non vale sapere la Bibbia a memoria se poi non la si osserva
CARITÀ OPEROSA E SPERANZA NEL REGNO CHE VIENE: ECCO I SEGNI DI UNA VERA COMUNITÀ CRISTIANA
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Nel suo secondo viaggio missionario, S. Paolo, dopo aver predicato a Filippi in Macedonia, passò a Tessalonica; poi si recherà ad Atene e Corinto.
Nella prima lettera ai Tessalonicesi, ricorda come si erano “convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene” (1Tes 1,9-10).
Essi erano pagani e perciò adoratori di idoli vani; sentendo il Vangelo annunziato da Paolo, Silvano e Timòteo con grande convinzione e con potenza di Spirito Santo, si erano convertiti e avevano formato una bella comunità cristiana, da far luce sull’Acaia e la vicina Macedonia, per “l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro” (v.3).
Essi dimostravano di credere veramente e di attendere con gioia la venuta del Signore Gesù nella gloria. Carità operosa e speranza nel Regno che viene: ecco i segni di una vera comunità cristiana.
Scribi e farisei mostravano zelo verso la Legge, di cui erano esperti e le tradizioni, ma troppo spesso erano ipocriti. Non vale sapere la Bibbia a memoria, se poi non la si osserva, né vale ostentare fedeltà alla tradizione, se si rinnega lo spirito che la anima.
Col loro cattivo esempio, molti falsi maestri chiudono la porta del Regno e impediscono di entrarci.