Ungheria e Polonia ancora bersagli della “UE omosessualista”

Ungheria e Polonia ancora bersagli della “UE omosessualista”

L’UE SI SCATENA CONTRO L’UNGHERIA DEFINITA ANTI GAY, MA NON HA NEANCHE LETTO LA LEGGE PRO FAMILY DI ORBAN

Di Umberto Spiniello

Diciamocelo francamente la recente risoluzione approvata dal Parlamento di Strasburgo è surreale. L’8 luglio 2021 è passata una risoluzione, a larga maggioranza (459 voti favorevoli, 147 contrari e 58 astensioni), la quale denuncia un ipotetico «smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto» in Ungheria e di «condanna con la massima fermezza» della recente legislazione ungherese definita anti-Lgbt, qualificata come «una chiara violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta, dai Trattati e dalla legislazione dell’Ue (…) ulteriore esempio intenzionale e premeditato del graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria».

La risoluzione che non è vincolante per i paesi membri, afferma che «l’ostilità nei confronti delle persone Lgbt e le campagne di disinformazione sono diventate strumenti di censura politica (…) parte di una più ampia agenda politica che sta portando allo smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto, compresa la libertà dei media, e dovrebbero essere considerate violazioni sistematiche dei valori Ue».

Per questo gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione e al Consiglio Ue, nel «riconoscere finalmente l’urgenza di un’azione a difesa dei valori iscritti nell’articolo 2 del Trattato», di avviare una procedura d’infrazione accelerata e di utilizzare, se necessario, gli strumenti procedurali della Corte di Giustizia, «come misure provvisorie e sanzioni per inadempienza» volte ad evitare l’uso dei fondi Ue per finalità «discriminatorie».

In pratica la meritoria legge Ungherese che tutela i minori dalla pornografia e che ristabilisce il primato  educativo genitoriale per l’UE è una legge anti-gay.

A questo punto sarebbe interessante se la presidente della commissione indicasse i punti precisi della legge magiara dove si evince una discriminazione delle persone omosessuali o trans. Dato che la risoluzione della commissione è talmente vacua e in malafede che non cita mai la legge in questione.

L’Ue, parlando dell’Ungheria, denuncia addirittura lo «smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto».

Ursula von der Leyen presidente della commissione europea ha dichiarato che la recente legge Ungherese è “una vergogna” e richiama ai valori europei, ma a quali valori accenna la von der Leyen? Non certo i valori fondanti dell’Occidente radicati nella cultura giudeo-cristiana, quelli ben ancorati alla Legge Naturale ed al Decalogo. Valori che riconoscono un giudizio morale sui comportamenti umani e le scelte individuali. Un giudizio che non può darsi l’uomo da solo essendo di natura trascendente. La cultura giudeo-cristiana riconosce il giudizio di Dio nella storia.

E’ quanto sembra confermare lo stesso Orban, il presidente ungherese, che ha risposto alle provocazioni dell’Ue, dichiarando che “E’ sempre meglio prima leggere e poi parlare (…) le nostri leggi riguardano il modo in cui i genitori vogliono educare i figli” non i gay. E la norma ungherese sui contenuti destinati ai minori, tra l’altro, “non è nell’agenda” del Consiglio Europeo, fa notare Orban. In ogni caso “sono a disposizione di chiunque” voglia ulteriori chiarimenti. Ennesima brutta figura per l’Ue che rifiuta le sue radici, denigra quanti tutelano i minori, ma soprattutto ignora le leggi che condanna!

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