Pochi oggi confessano i propri peccati…
LA PROVA PIÙ GRANDE DELLA FEDE: SACRIFICARE PER DIO LA COSA PIÙ CARA CHE SI HA
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
“Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò” (Gen 22,1-2).
La prova più grande della fede: sacrificare per Dio la cosa più cara che si ha. Abramo superò la prova e anche per questo divenne il campione della fede in Dio, che vale più della vita e di cui ci si deve fidare fin oltre la morte.
Isacco fu risparmiato e al suo posto venne immolato un ariete. La scena ha un valore teologico: Colui che sacrifica il figlio amato è il Padre e lo farà proprio su quel monte Moria, dove venne costruito il tempio di Gerusalemme. E rappresenta pure Maria, la Madre immacolata, a cui fu chiesto il sacrificio del Figlio e lei obbedì, dicendo il suo “Fiat” sul Calvario.
L’agnello immolato è Gesù, significato nell’agnello pasquale e in Isacco figlio di Abramo. Gesù fu crocifisso e il suo sangue dato in espiazione. Al terzo giorno conobbe la risurrezione. Gesù è il centro della storia: tutto converge in lui.
Gesù ha il potere di assolvere i peccati, cosa che di per sé può fare solo Dio. Lo dimostrò curando un paralitico posto su una barella. Anche dare la salute solo Dio può farlo.
La sera di Pasqua, egli diede questo potere agli apostoli, per i peccati fatti dopo il Battesimo. Pochi oggi confessano i propri peccati; i più dicono: “Che peccati ho fatto io? Fossero tutti come me!”.