Il cuore attaccato ai beni della terra non ci fa arricchire di Dio
XIII Domenica del T.O. Anno “B”.
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
“Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi” (Sap 1,13); la vita manifesta la gloria di Dio e non la morte. Egli ci ha fatti a sua immagine immortali. “Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo” (2,24).
E ciò è successo col primo peccato delle origini. Nella pienezza dei tempi, Dio mandò suo figlio Gesù a liberarci dal peccato e dalla morte.
Alla fine dei tempi egli farà risorgere tutti i corpi. Egli ha potere sulle malattie e sulla morte. Guarì un numero enorme di malati, tra cui una donna che con fede toccò il suo mantello e poi confessò pubblicamente l’accaduto.
Ma Gesù fece anche risuscitare alcuni morti, tra cui una ragazzina di dodici anni figlia di Giairo, a Cafarnao. Egli corse da Gesù, mentre lei agonizzava. Nel frattempo spirò. “Continua ad aver fede”, gli disse Gesù e lo premiò richiamando a vita la figlioletta. E ordinò di darle da mangiare.
Fuori di Gesù, nessuno fa risorgere i morti; vuol dire che solo lui può togliere i peccati. Tutti gli uomini devono saperlo!
Gesù volle venire in mezzo a noi da povero. Si spogliò di tutto “per arricchirci con la sua povertà”, dice S. Paolo.
Non possiamo arricchirci di Dio e dei suoi tesori, se abbiamo il cuore attaccato ai beni della terra. Chi se ne sa spogliare, imita Gesù che si fece povero. Eppure il Padre non gli fece mancare il necessario. Beato chi dona con gioia e aiuta gli altri.