CERCANO IL CAPRICCIO COME DIRITTO E IL CONSENSO COME GIUSTIFICAZIONE

CERCANO IL CAPRICCIO COME DIRITTO E IL CONSENSO COME GIUSTIFICAZIONE

XI DOMENICA T.O. ANNO B

Di Padre Giuseppe Tagliareni

Dio è Colui che dà vita e prosperità, fa fiorire o fa seccare. La sua mano ha preso un virgulto (il Cristo), e lo ha piantato su un monte alto d’israele (il Calvario). Ha messo radici ed è diventato un grande albero (il Crocifisso), sui cui rami gli uccelli (le anime) fanno dimora. Il profeta Ezechiele, come tanti altri, preannunzia l’opera di Dio, la redenzione, per attirare a lui solo gli sguardi e la fiducia. Il Regno di Dio viene nelle anime, ma non fa rumore: è come un seme che cresce nel silenzio, come un granello di senape che si fa albero.

Strombazzare, costruire fortezze, armare eserciti non è nello stile di Dio, ma del suo nemico, che per grandezza e potenza si crede padrone del mondo. Dio ama la piccolezza e a suo tempo abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili.

Noi che crediamo in Cristo, abbiamo la caparra dello Spirito, “siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore” (2Cor 5,8).

Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, perciò ci sforziamo di essergli graditi. Al contrario, oggi i più vogliono piacere a se stessi o agli uomini: cercano il capriccio come diritto e il consenso come giustificazione; per questo temono la morte e vogliono l’eutanasia. Stolti! Non vedono che una sentenza di condanna pende sul loro capo?

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