Quella canzone accattivante e fascinosa, anche per le mie orecchie cristiane

Quella canzone accattivante e fascinosa, anche per le mie orecchie cristiane

Di Diego Torre

MA FRANCO BATTIATO CHI ANDAVA A CERCARE?

Definire con esattezza il pensiero religioso di Franco Battiato (1945-2021) è impresa ardua se non addirittura impossibile, anche per l’insofferenza del maestro a verità definite. C’è però una canzone, del 1988, che alle mie orecchie assolutamente cristiane suona in modo accattivante e fascinoso: E ti vengo a cercare.

Il pezzo inizia con un appello sommesso e implorante rivolto ad un “Qualcuno” a cui si dichiara con umiltà: “ho bisogno della tua presenza – Per capire meglio la mia essenza”. Addirittura! Chissà chi sarà?

Ma poi la musica comincia a farsi martellante, il ritmo  cresce e si constata che  quel bisogno non è soltanto personale.

“Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine – un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te”.

E un Qualcuno che ti  rapisce a tal punto che ti cambia la vita:

“Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri. Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane. Fare come un eremita. Che rinuncia a sé”.

Ritorna poi la preghiera  implorante.

“E ti vengo a cercare – con la scusa di doverti parlare – perché mi piace ciò che pensi e che dici – perché in te vedo le mie radici”.

E se il mondo non capisce e va in direzione opposta?

“Questo secolo oramai alla fine – saturo di parassiti senza dignità – mi spinge solo ad essere migliore con più volontà”.

Certo non è facile andare controcorrente. Si entra in un processo ascetico non facile. “Emanciparmi dall’incubo delle passioni”. E così facendo entri nell’imitazione del Qualcuno che diventa un’autentica trasfigurazione. “Cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male. Essere un’immagine divina di questa realtà”.

Ritorna infine la dichiarazione d’amore ma ora il tono è enfatico, liberatorio e gioioso. “E ti vengo a cercare – perché sto bene con te – perché ho bisogno della tua presenza”. E questa finale esplosione di gioia sfuma in un dolcissimo canto gregoriano; di quelli insomma che eseguono in Cielo.

Chissà se San Giovani Paolo II, ascoltando compiaciuto questa canzone, ha fatto le stesse riflessioni!

Rimane il mistero del successo, soprattutto fra i giovani, di questo ermetico autore che ha seminato stile e spiritualità in un mondo materialista e consumista. La spiegazione è forse in quella famosa bellezza che salva il mondo. Speriamo allora che Franco abbia trovato Chi ha sempre cercato e che questo Qualcuno lo premi per il contributo di eleganza e di spiritualità che ci ha dato nella sua intensa vita artistica. Letto l’articolo… riascoltate il pezzo. Ne vale la pena.

 

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Bruno PD