Vaccini e varianti, i sospetti di Montagnier e i rilievi di un sindacato infermieri
IL VIROLOGO MONTAGNIER SOSPETTA CHE I VACCINI CREINO LE VARIANTI, MENTRE DAL SINDACATO ITALIANO (NURSING UP) ARRIVA L’ALLARME SU GLI AUMENTI DEI CONTAGI TRA GLI INFERMIERI VACCINATI
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Di Emanuela Maccarrone
“È un errore enorme, non è vero? Un errore scientifico oltre che un errore medico. È un errore inaccettabile. I libri di storia lo dimostreranno, perché è la vaccinazione a creare le varianti”.
Questa è l’allarmante dichiarazione del professore e virologo francese, vincitore del Premio Nobel nel 2008, Luc Montagnier.
“È chiaro che le nuove varianti sono create dalla selezione mediata da anticorpi dovuta alla vaccinazione. Le nuove varianti sono una produzione e il risultato della vaccinazione. Lo vedi in ogni paese, è lo stesso: in ogni paese le morti seguono le vaccinazioni”.
Secondo il professore, molti epidemiologi lo sanno e tacciono sul problema noto come ‘potenziamento dipendente dagli anticorpi’.
La teoria del virologo è sottolineata dalle informazioni rivelate in una lettera aperta firmata da molti medici e scienziati di tutto il mondo, indirizzata a Emer Cooke, direttore esecutivo dell’agenzia europea dei medicinali.
I firmatari chiedono rassicurazioni sulla validità dei vaccini Covid, in seguito ai numerosi casi di contagi, verificatesi in molte case di cura.
Il professor Luc Montagnier ha affermato che sta facendo i suoi esperimenti con coloro che sono stati infettati dal coronavirus, dopo aver ricevuto il vaccino.
I Centers for Disease Control and Prevention hanno riferito ad aprile di aver ricevuto 5.800 segnalazioni di persone che hanno avuto un COVID ‘rivoluzionario’, ossia dopo essere stati vaccinati. “Mostrerò che stanno creando le varianti resistenti al vaccino” ha dichiarato il virologo francese.
Intanto dall’Associazione italiana Nursing Up, un sindacato degli infermieri italiani, è giunto l’allarme di un aumento dei contagi tra infermieri (comunicato del 6 maggio).
La voce del Presidente, Antonio De Palma, e le denunce degli infermieri italiani sono giunte anche in Europa, rilanciate dai più importanti media europei.
Il Presidente ha evidenziato l’aumento di contagi tra infermieri che hanno ricevuto regolarmente la seconda dose di vaccino, tra gennaio e febbraio.
Il fenomeno sta colpendo diversi distretti: Taormina, Policlinico di Messina, Abbiategrasso, Pesaro, Latina e Brescia. Un fenomeno che a parere del Presidente è sottovalutato dalle Regioni.
“Le ragioni delle infezioni di infermieri già vaccinati non possono essere semplicemente legate alla già nota non totale efficacia dei farmaci. Tutto questo non basta. I Dipartimenti sanitari fanno fatica a fornire informazioni ufficiali e questo ci fa pensare, ancora una volta, di essere di fronte alla superficialità che abbiamo già più volte pagato sulla nostra pelle durante questa emergenza sanitaria”.
De Palma ha posto diversi interrogativi. “Se il futuro sarà caratterizzato, come sembra, dalla presenza di varianti, come pensiamo di affrontare preventivamente la minore efficacia dei vaccini in contesti sensibili come ospedali e strutture sanitarie italiane, e come intendiamo prevenire una possibile variante tra quelli ‘refrattari’, che possa raggiungere queste strutture e reinfettare il personale che lavora c’è il rischio di dare nuovo impulso al drammatico ciclo di infezioni esterne?”.
Il Presidente ha dichiarato che non è una possibile terza dose di vaccino a preoccupare gli infermieri, quanto “la mancanza di politiche di pianificazione tempestive e omogenee, come gli screening di misurazione del livello di anticorpi sul personale sanitari”, tanto richiesti alle aziende sanitarie, utili a prevenire “l’esposizione al rischio di contagio di quei colleghi già vaccinati”.