Apparizioni a Fatima e San Massimiliano Kolbe: unica strategia
DIEGO TORRE: “LA MILIZIA DELL’IMMACOLATA DEL SANTO POLACCO È IL PRIMO VISIBILE FRUTTO NELLA CHIESA DELLE APPARIZIONI DI FATIMA”
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Di Umberto Costa
Le apparizioni della Madonna a Fatima e la fondazione della Milizia dell’Immacolata da parte di San Massimiliano Maria Kolbe “sono uniti nella strategia della profezia che l’Immacolata porta avanti da qualche secolo”. A dirlo ad Informazione Cattolica è Diego Torre (nella foto), che è stato presidente regionale della Sicilia e vicepresidente nazionale della Milizia dell’Immacolata. Torre è il conduttore di una rubrica legata alla mariologia su “Radio Maria” ed è più volte intervenuto a “Radio Spazio Noi” della diocesi di Palermo.
Diego Torre, le apparizioni della Madonna a Fatima e la fondazione della Milizia dell’Immacolata sono contemporanei. Si tratta di una banale coincidenza o i due eventi sono interconnessi?
Nonostante lo stesso Massimiliano Kolbe non ne fosse cosciente, i due eventi sono uniti nella strategia della profezia che l’Immacolata porta avanti da qualche secolo. Il ruolo più evidente di Maria almeno dalle apparizioni di rue du Bac del 1830, è di ricordare agli uomini: la verità divina, la Sua materna presenza quale strumento di salvezza e i pericoli a cui gli uomini vanno incontro ignorando la volontà di Dio.
E perché proprio le apparizioni di Fatima avrebbero un carattere di particolare importanza per il ruolo profetico della Madonna?
Nell’apparizione a Fatima del 13 luglio l’Immacolata ricorda la presenza e l’orrore dell’inferno che gli uomini scelgono per l’eternità con la loro condotta peccaminosa, indica mezzi d’intervento per la loro salvezza: preghiera (il S. Rosario in particolare), digiuno, penitenza, devozione al Cuore Immacolato di Maria. E poi, come in un telegiornale che svela il XX secolo, annunzia la fine della prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale, peggiore della prima, la diffusione degli errori della Russia nel mondo, le guerre e le persecuzioni promosse dalla Russia alla Chiesa, con il successivo martirio dei buoni, l’annientamento di diverse nazioni, e le molte sofferenze del Santo Padre. Apprendemmo durante il giubileo del 2000 dal card. Joseph Ratzinger il contenuto del cosiddetto 3° segreto, ovvero di “un Angelo con una spada di fuoco, che con voce forte disse: ‘penitenza, penitenza, penitenza’”. Ma anche che il “Santo Padre, attraversò una grande città mezza in rovina, e, mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava sul suo cammino: giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce. E allo stesso modo, morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della croce c’erano due angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano”. Ovviamente uno studio integrale, dei messaggi e della lettura teologica data dalla congregazione per la dottrina della fede, a cui si rinvia, è necessario per una migliore comprensione. Ma certamente siamo dinnanzi ad uno scenario di grande prova, per l’umanità e per la Chiesa, di cui la Madonna stessa pose la soluzione. “Gesù…vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. A chi l’abbraccia prometto la salvezza…”. Suor Lucia scriverà successivamente (22.5.1958): “esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, [Dio]ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: la SS. Vergine in persona, le sue numerose apparizioni, le sue lacrime, i messaggi dei veggenti sparsi in tutte le parti del mondo”. Il 13 ottobre 1917 il miracolo del sole confermava, dinnanzi alla stampa massonica esterrefatta e a circa 70.000 persone presenti, la soprannaturalità delle apparizioni, che così si concludevano.
Indicazioni significative ed importanti. Ma in tutto questo che c’entra il fraticello che sta studiando a Roma in quell’anno e che pensa alla Polonia lontana ed insanguinata dalla guerra nella quale il suo stesso padre perderà la vita?
Appena tre giorni dopo, il 16 ottobre , nei vespri di S. Margherita M. Alacoque, sette fraticelli, raccolti nella cella di fra Antonio Mansi, fondavano la Milizia dell’Immacolata. Negli scritti kolbiani non vi è traccia delle apparizioni e del messaggio di Fatima. Certamente il nostro santo li conobbe poco o niente; meno che mai poteva conoscerli 3 giorni dopo la conclusione delle apparizioni. Eppure il fine della MI è lo stesso del messaggio di Fatima, che la Madonna stessa ha così sintetizzato alla fine di tutte le prove di cui sopra: “IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’!” Sugli obiettivi della MI il santo polacco ha le idee chiarissime: “Le due frasi poste all’inizio del programma: “Ella ti schiaccerà il capo” (Gen3, 15) e “Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero” (ufficio della B.V.M.), indicano pure lo scopo della Milizia. Perciò i membri della MI si consacrano senza limiti all’Immacolata come strumenti nella Sua mano, affinché per mezzo loro Ella si degni di compiere quello che è espresso in quelle due frasi”(SK 1046).Il contenimento dell’azione del maligno e degli errori che egli diffonde è uno scopo della MI, ma anche una necessaria premessa al trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Tale analogia si nota anche confrontando la giaculatoria trasmessa dall’Immacolata subito dopo i “segreti”, che così recita nella sua versione originale: “Oh Gesù mio, perdonateci, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose”. Nacque successivamente un dibattito su chi fossero queste anime più bisognose. La preghiera della MI sembra rispondere: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che a Te ricorriamo, in particolare per i nemici della Santa Chiesa e per quanti ti sono raccomandati”. Non i deboli, non i peccatori carnali hanno particolare bisogno, quanto i superbi nemici della verità e della Chiesa, che nel disprezzo di Dio e dell’uomo trovano alimento alla loro malvagità. Neutralizzare la loro azione e convertire i loro cuori, per la potenza d’intercessione dell’Immacolata, sembra il primo obiettivo di Massimiliano.
Ora capisco l’uso del termine Milizia. Esso nasce dalla consapevolezza che è in atto uno scontro grandioso, apocalittico appunto che ha per posta la salvezza di tantissime anime. Uno scontro che dal XX secolo assume toni sempre più aspri…
Esatto. E’ la guerra a pezzi di cui parla Papa Francesco fatta, anche e non solo, di scontri armati e che trae la sua giustificazione nella cultura dello scarto, come dice Papa Francesco, portata avanti dalle strutture di peccato, come le chiamava S. Giovanni Paolo II. E’ veramente profetica e d’avanguardia allora l’intuizione kolbiana. “Lo scopo del Cavaliere dell’Immacolata non è solo quello di approfondire e rafforzare la fede, indicare l’autentica via ascetica e presentare ai fedeli la mistica cristiana, ma, altresì, in conformità ai principi della Milizia dell’Immacolata, impegnarsi nell’opera di conversione degli acattolici. Il tono della rivista sarà sempre amichevole verso tutti, senza badare alle diversità di fede e di nazionalità. La sua nota caratteristica sarà l’amore, quello insegnato da Cristo. E proprio con questo amore verso le anime smarrite, ma che pure sono alla ricerca della felicità, essa farà di tutto per stigmatizzare la menzogna, per mettere in luce la verità e per indicare la vera strada verso la felicità” (SK 994). Quanto detto per la rivista vale per la Milizia; come per S. Paolo, si tratta di vincere il male con il bene (cf. Rom. 12, 21); e il massimo bene, “Il vertice dell’amore della creazione che torna a Dio è l’Immacolata, l’essere senza macchia di peccato, tutta bella, tutta di Dio” (SK 1310).Che questa divina strategia passi dai Sacri Cuori è Giacinta a confermarlo: “Dio ci concede le grazie attraverso il Cuore Immacolato di Maria…il Cuore di Gesù vuole che al suo fianco si veneri il Cuore Immacolato di Maria”. Massimiliano ce ne spiega il rapporto proprio nell’atto di consacrazione: “affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del Ss. Cuore di Gesù”. Strumenti per il regno! Strumenti missionari che consacrati al Cuore di Maria, convertano i lontani, contrastino i piani del serpente ed estendano il regno del Sacro Cuore di Gesù! E’ tutto inciso nella medaglia che portiamo al collo dal giorno della nostra consacrazione a Maria!
Mi sembra una lettura né devozionale né sentimentale del ruolo dell’Immacolata nella storia. Mi sembra che Kolbe l’abbia ben inteso e che quindi abbia contribuito a tracciare con la sua avventurosissima vita il disegno del cielo che proprio a Fatima ha trovato un’espressione chiara ed esplicita.
Esatto. Possiamo pertanto ritenere che la MI è il primo visibile frutto nella Chiesa delle apparizioni di Fatima, e che Massimiliano sia stato uno degli strumenti prediletti di quel grande piano pastorale che l’Immacolata definì con chiarezza alla Cova da Iria nel 1917. Tutto ciò è ancora attuale? Benedetto XVI, che di quelle apparizioni è stato il più profondo analista, durante la visita in Portogallo del maggio 2010, disse: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”… E auspicava: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”. E’ per questo trionfo che vale la pena di vivere, operare, pregare e sacrificarsi.