Confessione e pentimento di una “radical chic”? Sì, con Dio tutto è possibile!
QUELLO DI “SERENA DI”(PSEUDONIMO DELL’AUTRICE) È UN LIBRO CHE FA RIFLETTERE, CHE FA RIDERE E CHE FA COMMUOVERE. UNA GIOVANE CHE, GRAZIE ALL’AMORE, PASSA IN BREVE DAL “MONDO” E DALLA RICERCA DEL SUCCESSO A TUTTI I COSTI AI VALORI VERI E ALLA FEDE. MA, SOPRATTUTTO, PARLIAMO DI UNA BREVE STORIA AUTOBIOGRAFICA CHE TRASMETTE LA SERENITÀ PROVENIENTE DA UNA VITA FINALMENTE REALIZZATA
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Di Romana Cordova
Tutti portiamo dentro un desiderio di radicalità: il reale bisogno di andare alle radici, di attingere all’intima essenza da cui proveniamo. Ma può capitare di ritrovarsi ad abbracciare un tipo di radicalità che è “chic”, che ci sembra essere una via facile, di successo.
Uno stile di vita precisamente codificato, espressione della nostra epoca, che ci viene insegnato da più parti, e che ci si impegna ad adottare perché in fondo, così facendo, si cerca di appagare la componente narcisistica insita in ognuno: quell’Io che dall’inizio dei tempi tutti mettiamo al centro. Spesso ciò avviene anche perché non abbiamo conosciuto Chi mettere davvero al centro o perché ci siamo lasciati portare fuori strada.
Capita e, il numero dei radical chic, sembra in continuo aumento. La cosa riguarda sia coloro che corrispondono in tutto e per tutto allo stile, sia chi ci si ritrova se non altro per qualche risvolto. A volte però accade che si cambia, avviene quella conversione che equivale letteralmente a spostare tutto verso un’altra direzione, a svoltare verso un’altra strada: quella strada che, più che essere chic, affascinante secondo canoni umani prestabiliti e ideologici, è di una bellezza indescrivibile perché ci fa andare alla vera essenza delle cose, ci rende radicali nel senso più autentico, ci fa stare assieme a Colui dal quale siamo venuti.
Questo è accaduto a Serena Di, una giovane e brillante giornalista che adesso è un’ex radical chic o meglio una radical chic pentita, come lei stessa afferma raccontandosi in Confessioni di una radical chic pentita (edito da Berica Editrice nella collana Uomo vivo, prefazione di Costanza Miriano).
Dopo esser stata influenzata e indotta fin da ragazzina – pure a scuola dagli insegnanti– a pensare che «la religione è pura superstizione e la cultura è solo di sinistra» ed essersi poi inserita nel mondo della “cultura che conta” frequentando terrazze e salotti, open space, redazioni, agenzie pubblicitarie, studi televisivi, set cinematografici, avendone scoperto anche tanti lati oscuri e ipocriti, era decisa a condurre una vita da donna indipendente, libera da matrimonio e figli, retaggi insieme alla fede di un mondo da Flintstones.
Proiettata a mettere il lavoro al primo posto, per giunta non valorizzata come avrebbe dovuto essere e anche un po’ sfruttata, era comunque appagata dal far parte della cultura del mainstream, tra viaggi e frequentazioni di gente fuori dai canoni ordinari, ma si era poi ritrovata a non essere felice.
Avviene però un incontro che le apre la porta di un altro stile di vita. Serena incontra un ragazzo americano che le offre una rosa e al polso porta una decina del rosario. Un esemplare opposto, qualcuno che avrebbe potuto snobbare. Invece sceglie di parlare con lui e da lì parte un cambiamento che arriva come la “brezza leggera” di biblica memoria (1Re, 19). Un cambiamento che la porta, oltre a sposare il ragazzo in questione, ad avere una bambina e trasferirsi negli Stati Uniti, ma anche e soprattutto a cambiare completamente la sua visione delle cose. E dopo una Confessione, quella sacramentale, a intraprendere un percorso di fede.
Serena Di – il cognome è stato reso come simbolico del senso di appartenenza a Dio, come manifesto della sua nuova vita –racconta di sé stessa, riflette sull’ideologia dell’industria culturale italiana, pervasiva, infiltrante e condizionante l’esistenza di molti. Rivolge anche uno sguardo attento alla donna che a volte si trova inevitabilmente ad assorbire questa ideologia e ad esserne espressione. Tutto ciò con ironia, descrivendo in modo tragicomico la realtà che ha conosciuto, con uno sguardo libero e mai di disprezzo verso i radical chic che continuano ad esserlo.
Confessioni di una radical chic pentita è un libro che fa riflettere, che fa ridere tanto e fa commuovere. Ma soprattutto lascia la serenità trasmessa da una vita che ha trovato la sua vera fonte di realizzazione.
Gentilissima Serena, sono un papà che ha letto questo articolo e ti dico che hai trovato il “Tesoro” che era nascosto in te: la vita vera.
Certo la vita di ogni giorno offre tutte le varianti che incontriamo , ma io ti auguro di essere sempre nella Luce di Colui che ti ha abbagliata e ti offre ogni giorno di viverla con Lui e di essere sua Testimone Fedele.
Faccio il tifo e prego per te, per tuo marito e la tua bimba. Ciao e buon cammino