Il tradimento di Giuda si ripete ancora oggi!

Il tradimento di Giuda si ripete ancora oggi!

Mercoledì Santo. Terzo carme del Servo di Jahvè.

Di Padre Giuseppe Tagliareni

Il martirio del Servo del Signore si avvicina. Gli è rivelato in anticipo quel che dovrà attraversare, cosicché potrà tenere testa ai suoi agguerriti avversari.

“Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi” (Is 50,6).

Egli sa che verrà giudicato colpevole da chi detiene il potere, ma sa anche che Dio lo assisterà; “per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso” (v.7).

La profezia ben si applica a Gesù: fu accusato di delitti, ma senza prove; fu condannato, ma con ingiusta sentenza; fu flagellato a sangue e torturato senza pietà, ma non si sottrasse ai tormenti. Il potere religioso e il potere politico lo condannarono a morte, ma senza aver compiuto alcun delitto.

Pilato lo presenta alla folla coronato di spine e coperto di un mantello di porpora, dicendo: “Ecco l’Uomo!”. E tutti gridano: “Via, via, crocifiggilo! Libera piuttosto Barabba!”.

Giuda Iscariota capì che Gesù mai si sarebbe messo con il Sinedrio degli ebrei e che perciò non poteva che fallire. Per dominare ci vuole il potere! Decise di tradirlo e si accordò con i nemici di Cristo.

Per trenta monete d’argento vendette il suo migliore amico. Gesù lo predisse nell’ultima Cena: “Colui che mette la mano con me nel piatto, mi tradirà”. La cosa si ripete ancora!

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