Shemà, “quel gesto che dimostra l’amore che si dona”
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 1 Aprile 2021
Messa in Coena Domini
Oggi è giovedì santo e la Chiesa entra nel grande Triduo Pasquale dopo aver celebrato al mattino la messa crismale, celebrazione in cui il vescovo benedice gli olii santi che serviranno per i sacramenti durante l’anno.
L’olio è segno della regalità di Cristo Messia, Re perché servo dell’umanità. Il suo servizio si rivela maggiormente nella salvezza che la Chiesa continua a rendere operante attraverso i sacramenti e la carità. Ecco perché oggi viene adorato anche il Santissimo Sacramento, che è la Presenza sacramentale dell’intero corpo vivo di Cristo offerto e Risorto in mezzo a noi.
È, infatti, anche il giorno in cui si fa memoria del sacerdozio di Cristo, che Cristo condivide con tutti i battezzati e tutti i credenti, ma, per i cattolici, visibilmente reso concreto attraverso il servizio dei presbiteri ordinati per conferire i sacramenti e quindi realizzare la presenza sacramentale di salvezza come azione efficace della grazia nel mondo.
La mia breve riflessione che oggi condiviso con voi, sarà sul testo del Vangelo della messa vespertina, detta Messa in Coena Domini, che è la celebrazione con la quale la Chiesa entra ufficialmente nel Triduo della Pasqua e che ricorda l’ultima cena del Signore con suoi discepoli in cui viene inserito, come atto rituale, e quindi ogni anno ripetuto e celebrato, l’atto compiuto da Gesù della lavanda dei piedi.
La celebrazione poi termina, come accennavo, non con la benedizione, ma con l’adorazione al corpo di Gesù eucaristico, perché in questa celebrazione solenne la Chiesa fa emergere il dono dell’eucaristia come offerta del corpo del Signore.
I Vangeli sinottici ci attestano, infatti che, spezzando il pane e offrendo il vino, gesti rituali già propri alla tradizione d’Israele, Gesù offre il suo corpo e il suo sangue, elementi che poi la tradizione della Chiesa riprende per celebrare l’eucaristia.
Il vangelo di questa messa è quello tratto, però, dal Vangelo secondo Giovanni, che non riporta il gesto rituale, già conosciuto ai credenti provenienti dall’ebraismo, nonostante Gesù a questo rito consueto ebraico aggiunga l’identificazione del pane azzimo col suo corpo e del vino con suo sangue.
Il vangelo secondo Giovanni, in ogni caso, preferisce soffermarsi su un altro particolare unico e singolare di Gesù, che riguarda il linguaggio del corpo che Gesù mette in azione in quella sera, al di fuori della benedizione rituale. Si tratta di un gesto originale, ma significativo, tanto che ha sconvolto i discepoli: Gesù lava i piedi dei suoi commensali.
Il testo fa notare la reazione di Pietro, che offre all’evangelista anche la possibilità di farci meditare sul fatto che il Maestro abbia compiuto volutamente questo gesto perché diventasse una sorta di mandato, un invio a servire l’umanità, un mandato che è per tutti, anche per quel discepolo che poi lo tradirà.
Anche lui ha ricevuto questo gesto d’amore del Signore, anche lui avrebbe potuto ancora imparare a chinarsi per lavare i piedi ai suoi fratelli, nonostante avesse già tramato il tradimento. L’amore può purificare tutto, ma è necessario lasciarsi purificare dall’amore. Quello che fa Gesù in questa sera santa che la liturgia ci fa rivivere, è quindi un gesto d’amore puro, realizzato non con discorsi, ma con azioni, un gesto che dimostra l’amore che si dona com’è scritto all’inizio di questo testo, sino alla fine, fino ai piedi, fino alla parte più fragile e più sporca che ci possiamo portare dentro. Solo Gesù è capace di amare con un amore che purifica, che risana tutto, perché è capace di lavare i piedi anche a chi trama il male nel cuore contro di Lui. Ed è questo amore che guarisce e che purifica, un amore che per tutti i cristiani diventa un mandato, un compito Vi ho dato un esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi, dice Gesù. Chiediamo allora oggi al Signore che, in questo inizio del Santo Triduo, ognuno di noi, che ne sia degno o no, possa ricevere la grazia di lasciarsi lavare da Gesù, perché il suo amore ci renda capaci di realizzare, nel nostro piccolo, per quello che possiamo, un’umanità migliore, che sappia riconoscere l’amore nei gesti dell’umiltà e del servizio, e non nelle illusioni e nei facili compromessi che ci chiudono in noi stessi o ci condannano alla schiavitù, una schiavitù da cui non si esce, se non si impara ad amare davvero. Buon giovedì santo!
Gv 13, 1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos