Migranti e ipocrisia: Biden adotta le stesse misure di Trump
IMMIGRAZIONE ILLEGALE IN USA: NUMERI DA COLLASSO
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Di Umberto Spiniello
Il presidente americano Biden, nel corso dell’intervista rilasciata a George Stephanopoulos della ABC ha detto a chiare lettere: «Voglio mandare un messaggio abbastanza chiaro ai migranti: non venite negli Stati Uniti, non lasciate le vostre comunità o le vostre città», perché «vi rispediremo indietro». Non si registrano, tuttavia, reazioni indignate dal mondo liberal progressista internazionale, le stesse parole, se fossero state pronunciate dal suo predecessore Trump, avrebbero certamente innescato polemiche e isterismi.
Il governo americano trattiene circa 10.500 minori non accompagnati e altri 5.000 minori, invece, sono rinchiusi nelle strutture detentive della Polizia di frontiera americana, definite dai giornali delle vere e proprie «gabbie» quando venivano utilizzate dall’amministrazione Trump ma che ora vengono chiamate semplicemente «strutture».
Inoltre quando, durante l’amministrazione Trump, si era arrivati a 3.500 minori detenuti i giornali parlavano di «catastrofe morale e crisi umanitaria», oggi con i numeri triplicati, e Biden al comando, nessuno denuncia la situazione. Eppure si tratta delle stesse strutture in cemento armato, con la luce accesa 24 ore su 24, privi di adeguati servizi igienici o posti letto.
Secondo i repubblicani Biden sta mettendo in atto dei tentativi per nascondere la verità, difatti il presidente in carica ha vietato l’accesso alle strutture, sia ai giornalisti che agli avvocati no profit che si occupano di diritti umani e casi di migranti minorenni. Henry Cuellar, rappresentate democratico della città texana di Laredo, ha diffuso alcune foto che mostrano i migranti minorenni ammassati in stanzoni separati da tende di plastica dormire per terra su materassi avvolti in coperte isotermiche. I centri della Polizia di frontiera americana sono al collasso a causa della politica del presidente americano, che ha facilitato in ogni modo l’ingresso illegale di migranti negli Stati Uniti
Non è un caso che i primi provvedimenti adottati dal neo eletto presidente americano, sono stati un chiaro segnale alla sua base elettorale, volendo a tutti i costi imporre una immagine di cambiamento rispetto alla precedente amministrazione. L’introduzione repentina di leggi controverse in ambito sportivo e sociale, come l’Equality Act, hanno suscitato l’ira dei vescovi americani e di molti gruppi femministi, dato che la legge prevede tra l’altro, una sorta di discriminazione femminile appannaggio di uomini che si definiscono trans gender. Ma le scelte di Biden per la gestione dei fenomeni migratori risultando quantomeno confusi e contraddittori; ha infatti cancellato la politica che obbligava i migranti ad attendere in Messico l’esito delle procedure di richiesta d’asilo; ma ha reso meno restrittivi i criteri per ottenere l’asilo; ha interrotto i protocolli con El Salvador, Guatemala e Honduras che permettevano a Washington di deportare in questi paesi i migranti senza diritto all’accoglienza; ma ha re-interrotto ovviamente la costruzione del muro.
Oggi l’America si accorge che l’immigrazione è davvero un problema, e che Biden si è trovato costretto ad adottare alcune delle misure di Trump oggettivamente sensate atte a mitigare gli effetti della immigrazione illegale negli Usa. Tuttavia il lassismo ideologico portato avanti da Biden, sta portando gli Stati Uniti, dati alla mano, alla più grave crisi degli ultimi 20 anni.