Il card. De Donatis: “ho vissuto un’esperienza straordinaria della potenza e dell’efficacia della preghiera”
COVID-19: PRETI IN PRIMA LINEA / STORIE STRA-ORDINARIE DI CHI HA DATO LA VITA E DI CHI NON SI È ARRESO. IL PRIMO BILANCIO DEI SACERDOTI DEL CLERO ITALIANO MORTI PER COVID
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Di Angelo card. De Donatis*
Leggendo le pagine di questo volume, non si scoprono solo storie, si incontrano persone e si incrociano sguardi di uomini innamorati di Dio e della Chiesa. Man mano che si avanza nella lettura, si ha la sensazione di conoscere e di familiarizzare con questi sacerdoti che hanno risposto fedelmente alla chiamata di Dio fino all’ultimo “eccomi”.
La conoscenza di queste storie di vita e la riflessione che ne deriva, alimentano una profonda gratitudine verso il Signore, ricco di misericordia, che continua a chiamare e a inviare “operai nella sua messe”. All’azione di grazie rivolta al Padre, si unisce un ricordo riconoscente per la testimonianza di costoro che hanno saputo amare “sino alla fine”, come pastori “secondo il Suo cuore”.
Il libro raccoglie straordinari racconti di vita di presbiteri animati da spirito di servizio e di donazione al prossimo che suscitano una grande ammirazione. Nel loro spendersi quotidiano, essi hanno dimostrato di essere “pastori con l’odore delle pecore”, vivendo il loro servizio in mezzo al popolo di Dio loro affidato. Il loro ministero, vissuto con la fedeltà, l’umiltà e la semplicità di chi lavora senza pretese nella Vigna del Signore, è motivo di vera edificazione non solo per la comunità ecclesiale, ma per tutti i loro concittadini. Con la spontaneità e l’ordinarietà delle loro testimonianze, essi ci rivelano il volto più bello della Chiesa.
Presentare le storie di questi testimoni del Vangelo dei nostri giorni, ci edifica e ci incoraggia nel servizio a Cristo e alla sua Chiesa. Scoprendo tanti elementi delle vite di questi generosi pastori, un pensiero grato e affettuoso va alle loro comunità parrocchiali, ai loro confratelli presbiteri, ai loro vescovi, ai loro familiari e a tutti coloro che hanno contribuito a far risplendere in essi il Sacerdozio di Cristo.
Durante il periodo più difficile della quarantena, mentre le notizie di cronaca riportavano l’aumento dei decessi di presbiteri contagiati durante il loro servizio pastorale, ho avvertito una forte comunione spirituale con tutti questi fratelli, con i quali condividevo la stessa prova. Durante il ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dopo aver contratto anch’io il Covid-19, ho sentito un forte senso di vicinanza spirituale e di compassione verso tutti coloro che stavano vivendo la malattia.
Ricordo che in quei giorni ho vissuto un’esperienza straordinaria della potenza e dell’efficacia della preghiera che la comunità diocesana di Roma innalzava incessante al Signore per me e per gli altri ammalati. Ho sentito gli effetti diretti e vigorosi di questa supplica che mi sosteneva e consolava ogni giorno, non facendomi sentire mai solo, malgrado l’isolamento radicale del ricovero.
Sono molto riconoscente anche a Papa Francesco per la vicinanza e la paternità che mi ha dimostrato anche in quella circostanza. Il mio ricovero ha coinciso con gli ultimi giorni della Quaresima, durante i quali ho meditato molto sulla domanda dei discepoli rivolta a Gesù: “Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?” (Mt 26,17). Alla luce della difficile esperienza vissuta, ho compreso che nessuno di noi, in effetti, può preparare la Pasqua, senza riconoscere che in primo luogo è Gesù a desiderare ardentemente di “fare pasqua” con noi.
Ma in quei giorni ho sperimentato una profonda pace e una serenità interiore che il Signore mi ha donato, dopo essermi totalmente abbandono a Lui e alla Sua volontà.
Ho potuto nuovamente constatare, come al cuore dell’esperienza cristiana, si trovi prima di tutto il dono della Grazia da accogliere, per entrare con la propria vita nel Mistero pasquale di Cristo, “consegnato alla morte per le nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione” (Rom 4,25).
Proprio in questi giorni, un altro pastore che non si è risparmiato durante la pandemia e dopo aver contratto il Coronavirus è tornato alla casa del Padre, è l’amatissimo Mons. Giovanni D’Alise, Vescovo di Caserta.
Uniti spiritualmente ai confratelli vescovi dell’Episcopato italiano e alla Comunità diocesana di Caserta, affidiamo la sua anima al Dio della resurrezione e della vita che darà la ricompensa a questo Suo servo fedele.
Ringrazio il giornalista Riccardo Benotti, caposervizio dell’agenzia di informazione della Conferenza Episcopale Italiana, che ha avuto l’idea di questa pubblicazione e animato da sentimenti di amore e di gratitudine, ha raccolto queste edificanti testimonianze per farle conoscere il più possibile.
Le storie di questi “santi della porta accanto” che hanno donato la vita per i fratelli, ci aiutino a riconoscere nell’amore e nel servizio al prossimo, la vocazione fondamentale della nostra esistenza..
* Vicario Generale di Sua Santità
per la Diocesi di Roma
Il testo che avete letto è la Prefazione che il Cardinale De Donatis ha curato per il libro di Riccardo Benotti “Covid-19: Preti in prima linea / Storie stra-ordinarie di chi ha dato la vita e di chi non si è arreso. Il primo bilancio dei sacerdoti del clero italiano morti per Covid” (Edizioni San Paolo, pp. 464, euro 20).