La gratuità, un tema scomodo in una società dove tutto ha un prezzo!
FARE QUALCOSA PER NIENTE NON ENTRA PIÙ NEI CIRCUITI COSTITUTIVI DELLA CONVIVENZA
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Di Nicola Sajeva
In una società dove tutto ha un prezzo, parlare di gratuità diventa discorso difficilmente condivisibile.
Il guadagno, la convenienza, l’opportunità di ricavare alla fine un vantaggio, impongono ai nostri gesti quotidiani delle condizioni irrinunciabili: far tacere la voce del cuore e bloccare sul nascere ogni sussulto di umanità.
Fare qualcosa per niente non entra più nei circuiti costitutivi della convivenza.
A nessuno è concesso soffermarsi, perdere tempo, scegliere di imboccare una strada dove non esiste possibilità di un qualsiasi guadagno.
Su questo squallido canovaccio il credente, l’uomo di buona volontà, ha il dovere e il diritto di tinteggiare iniziative che parlino linguaggi alternativi.
Ma è necessario riscoprire sempre più un amore capace di diventare dono sempre illuminato dalla gratuità.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, ci dice Gesù (Mt 10,8).
Questa raccomandazione agli apostoli, arrivava nel momento in cui essi preparavano ad iniziare la loro missione nel mondo. Le stesse parole Gesù le mette nel cuore di chi si rende disponibile a lavorare per la costruzione del suo Regno.
San Giovanni Paolo II affermava: «Dobbiamo aprirci, come credenti, a un’esistenza improntata a “gratuità”, dedicando senza riserve noi stessi a Dio e al prossimo».
Da sempre la gratuità è il fiore all’occhiello del servizio che la Chiesa, buon samaritano di ogni tempo, offre alla società. Da sempre, per esempio, la gratuità contraddistingue il lavoro dei vincenziani in ogni parte del mondo.
Se alla gratuità aggiungiamo la trasparenza la credibilità viene potenziata. Tutto ciò non per cedere alla tentazione della ricerca di qualche gratificazione, ma solo per rispondere al dovere di precisare quali ambienti sono andati a profumare i “fiori” posti nelle nostre mani.